TRIESTE – «Mi sono fidato troppo. I manager di CNV hanno commesso numerosi errori negli anni, e chi come me ha sempre lavorato in un contesto di produzione, ha sbagliato a riporre eccessiva fiducia in loro».
Queste le parole di Paolo Duò, presidente del Cantiere Navale Vittoria, che rompe il silenzio in merito allo stato economico-finanziario attuale della società. Il riferimento esclude i manager attuali, coinvolti nel piano di Management Buy-Out.
«L’ho sempre ribadito con orgoglio: sono un uomo di produzione. Sono cresciuto in questo cantiere, lavoro qui da quando sono adolescente. Prima come aiutante, poi come carpentiere, e nel passare del tempo – ricorda Duò – ho assunto ruoli di sempre maggiore responsabilità, arrivando a supervisionare e dirigere l’intero processo produttivo. Nel tempo, per svariati motivi, ho dovuto lasciare la tuta da lavoro e, dal 2020 mi sono dedicato a tempo pieno alla mansione di presidente del Consiglio di amministrazione, di cui ero già membro insieme ad i miei cugini e soci». Duò ricorda anche la netta separazione dell’attività di famiglia fra coloro che si occupavano di aspetti operativi di produzione e chi invece coordinava il settore amministrativo, commerciale ed economico.
«Faccio in primis un personale mea culpa e ammetto i miei sbagli ed i miei errori all’interno delle dinamiche amministrative del CdA, dal momento che il sottoscritto, e con lui altre persone, si è sempre fidato e ha riposto la sua massima buona fede in due manager in particolare, il Direttore amministrativo e il Direttore commerciale, che nel tempo hanno contribuito a prendere alcune tra le decisioni determinanti e decisive per il successivo tracollo dell’azienda. Costoro, con il supporto della parte amministrativo-commerciale della famiglia, hanno infatti portato l’azienda a realizzare navi sempre più grandi e tecnologicamente complesse, le quali però, purtroppo, non corrispondevano a contratti remunerativi, essendo essi stati presi nettamente sotto costo e spesso figli di progettazioni fallaci» scrive il presidente in una nota.
Per recuperare la situazione, si è creato uno schema di indebitamento progressivo con gli istituti di credito, il quale però ad un certo punto si è interrotto per naturale saturazione. La pandemia, il successivo aumento dei costi delle materie prime hanno reso la situazione insostenibile: da qui l’inserimento in organico di un nuovo manager come consigliere di amministrazione e la conseguente interruzione dei rapporti lavorativi con il Direttore finanziario.
«Questo non è comunque bastato per risanare i conti: nel 2023 sono emersi clamorosi buchi di bilancio che hanno condotto Cantiere Navale Vittoria alla nota condizione attuale. Dunque, la mia colpa, e di chi come me era impiegato nel reparto produttivo fino a poco tempo prima, è di non aver vigilato correttamente sulle azioni e sulle decisioni che tali figure avevano assunto, lo ammetto con candore – prosegue Duò – nel massimo rispetto di fornitori, dipendenti, addetti ai lavoratori e collaboratori.
La terza generazione della famiglia Duò si rende pertanto disponibile ad un passo indietro futuro, con l’obiettivo di un rilancio pieno e forte, sostenuto da nuovi volti». Duò ricorda che ci sono ancora due mesi prima del termine del Piano di ristrutturazione omologato depositato al Tribunale di Rovigo. «… periodo in cui come presidente, metterò il massimo impegno nel supportare i nostri manager, il nostro amministratore delegato ed i nostri advisor nella ricerca di un finanziatore e di una soluzione che ci consenta di evitare la liquidazione, preservando posti di lavoro e continuità storica del marchio. Il lavoro del prossimo periodo sarà duro ed intenso, per permettere un futuro aziendale prospero e solido, con una nuova proprietà visionaria, risoluta e preparata» conclude Paolo Duò.