TRIESTE – Rinviata a venerdì 16 febbraio l’assemblea dei creditori che dovrà esprimersi sulla cessione della maggioranza del cantiere navale Scoglio Olivi (Uljanik) di Pola, in Croazia.
Il Tribunale commerciale di Pisino ha deciso lo stop anche perché non erano state formalizzate offerte, arrivate in maniera più o meno informale proprio a ridosso della data della riunione, così come raccontato ai media croati dal curatore fallimentare di Uljanik Brodogradnja 1856 (società che detiene le azioni del cantiere), Loris Rak.
Ad essere interessate all’acquisto restano la società slovena Eko Bor, la rumena GSP Offshore ma soprattutto la croata Adria Mont di Fiume, alle quali si è aggiunta l’italiana Micoperi di Ravenna. In quest’ultimo caso, l’offerta non vincolante non riporta alcuna cifra, così come quella romena e quella slovena.
Diversa, invece, la situazione per Adria Mont, già autrice di un’offerta di circa 6,45 milioni di euro (per il 54,77% di Uljanik Brodogradnja 1856), ma mai reiterata prima dell’ultima asta se non con una riduzione a 5 milioni di euro.
Adria Mont si occupa di ingegneria meccanica e assemblaggio di impianti oil&gas, ma anche di costruzioni navali. Negli ultimi anni, l’azienda ha partecipato a progetti nella raffineria INA nei pressi di Fiume e la terminal petrolifero di Castelmuschio (Omišalj) per JANAF.
Quella che sembra ormai una telenovela, ha ormai raccolto una serie di tentativi di vendita, con l’obiettivo di salvare almeno in parte la tradizione cantieristica di Pola.
La vicenda ha dell’incredibile perché la cifra fissata a 13,8 milioni di euro e prima ancora (a maggio) a 20,7 milioni di euro, seguiva il rifiuto, da parte dello stato croato, di accettare un’offerta diretta da parte di CE Industries (società ceca che si sta comprando parte del porto di Fiume) a 20,57 milioni. A breve i tentativi di vendita dovrebbero esaurirsi, con il rischio però che venga dichiarata la bancarotta prima di aver trovato un compratore.