TRIESTE – Nei giorni scorsi si è tenuta una riunione per cercare alternative al collegamento via treno fra la Cina e il porto fluviale di Duisburg.
Protagonisti dell’incontro i rappresentanti di Nunner (società di logistica olandese), i partner cinesi di Tiedada e duisport, la società che detiene il 15% di Interporto Trieste. Lo scopo era quello di valutare possibili alternative – lungo l’itinerario terrestre della Via della seta – al treno per container che unisce i due continenti.
L’ipotesi sulla quale si sta lavorando prevede il già noto “middle corridor”, ma con l’interruzione della via terrestre per creare un tratto via mare e poi concludere il viaggio ancora via ferrovia. La nuova rotta meridionale ipotizza di attraversare il Kazakistan, poi il Mar Caspio, l’Azerbaigian, la Georgia e la Turchia fino a Istanbul. Da Istanbul il’itinerario via mare arriverebbe a Trieste, da dove i container sarebbero nuovamente caricati sul treno per raggiungere Duisburg.
Contattati da Adriaports, da duisport confermano che alcuni clienti stanno cercando di interrompere momentaneamente le spedizioni via terra attraverso la Russia, trasferendo i carichi via mare. Per questo motivo si stanno cercando percorsi alternativi in collaborazione con gli stessi clienti e altri vettori. “A questo scopo, siamo anche in contatto con i nostri partner in Cina. Tuttavia, non è ancora possibile fare una valutazione affidabile degli sviluppi futuri” spiegano da duisport.
Ad oggi, quindi, i treni che arrivano dalla Cina a Duisburg lungo la Nuova Via della Seta continuano a percorre il tragitto attraverso Russia e Bielorussia, secondo quanto programmato.
La crisi provocata dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha fatto tornate in auge anche l’ipotesi del Corridoio meridionale, sempre lungo la Nuova via della Seta. In questo caso i treni dovrebbero però attraversare l’Iran, ancora sottoposto a sanzioni da parte degli Usa. Sanzioni che pareva potessero essere tolte ma che l’improvvisa opposizione della Russia (i suoi rappresentanti alle trattative in corso hanno chiesto maggiori garanzie per i traffici commerciali) hanno di fatto confermato.
In entrambi i casi si tratta di soluzioni costose (in special modo per le rotture del carico da treno a nave) e quindi destinate a merci di alto valore o con necessità di transit time sensibilmente più brevi rispetto alla nave. In entrambi i casi, però, si tratta anche di soluzioni che riporterebbero Trieste ad un ruolo di centralità sfruttabile grazie alle connessioni ferroviarie delle quali dispone il porto.