TRIESTE – Il Gruppo Ferrovie dello Stato archivia il 2024 con ricavi operativi in aumento a 16,5 miliardi di euro (+12%), ma con un risultato netto negativo per 208 milioni, a fronte di un utile da 100 milioni nel 2023.
Un dato che nel comunicato ufficiale viene attribuito a partite straordinarie, ma che riflette anche l’impatto di una stagione di investimenti senza precedenti.
Il cuore della strategia FS resta infatti il potenziamento infrastrutturale: 17,6 miliardi di euro di investimenti tecnici (+7% sull’anno precedente), con il 96% delle risorse spese in Italia. Di questi, oltre 11 miliardi sono stati destinati alla rete ferroviaria, con bandi RFI per 13,4 miliardi e aggiudicazioni per 10 miliardi. Aumentano anche i ricavi del settore (+2%), ma l’EBITDA crolla a 86 milioni (-81%), segno che l’espansione ha un costo pesante in termini di margini.

La rete stradale – in capo ad Anas – ha visto ricavi a 4,2 miliardi (+8%) e investimenti saliti a 3,6 miliardi (+13%), ma anche qui l’EBITDA è in calo (-12%). In compenso, il settore merci ha brillato: ricavi in crescita del 18% a 1,36 miliardi, grazie all’acquisizione del gruppo Exploris e a un incremento dell’offerta (+11,7% treni/km). Gli investimenti nel comparto sono volati a 297 milioni (+64%).
La crescita dei ricavi non ha però impedito l’erosione del risultato finale, anche per effetto dei maggiori oneri finanziari legati al debito. La posizione finanziaria netta ha infatti superato i 13 miliardi, con un aumento di 2,3 miliardi rispetto al 2023, coperto principalmente con strumenti di finanza sostenibile.
L’azienda ha assunto quasi 10mila persone in un anno, portando l’organico a 96.335 unità. Ma i numeri suggeriscono che, nel breve periodo, la scommessa sugli investimenti produce una pressione notevole sui conti, lasciando aperta la questione della sostenibilità economica nel lungo termine.
Nel 2024 il traffico passeggeri su rotaia è salito a 49 miliardi di viaggiatori/km (+6,7%), con Trenitalia che ha coperto il 77% del totale. I ricavi del settore hanno raggiunto 8,6 miliardi di euro (+12%), spinti dalla ripresa della mobilità, del pendolarismo e dei viaggi di lavoro. Gli investimenti nel settore, destinati soprattutto al rinnovo dei treni, hanno superato i 2 miliardi (+13,4%).