TRIESTE – È probabile che si proverà a salvare il cantiere navale “3 Maggio” di Fiume con la società “3 Maggio 1905” (già costituita), lasciando le perdite (185 milioni di euro secondo i media croati) in quella attuale con funzione di “bad company”.
Pare sia questa l’unica strada percorribile – dopo gli aiuti statali – per riportare la storica struttura sul mercato e ricominciare con nuovi appalti e con il saldo degli stipendi ai circa 700 dipendenti, ad oggi ancora in attesa.
La scorsa settimana il Consiglio di vigilanza ha accettato il programma di ristrutturazione, ma si attende l’Assemblea dei soci per dichiarazioni ufficiali e per i dettagli del Piano. Lo schema di salvataggio dovrebbe quindi seguire la strada già intrapresa per lo Scoglio Olivi di Pola, ancora in attesa di una soluzione definitiva.
Al momento, i lavori di costruzione sono concentrati su una portarinfuse per la canadese Algoma, ma è probabile che il “3 Maggio” provi ad aggiudicarsi
la gara pubblica appena indetta dalla Compagnia di navigazione nazionale Jadrolinija, per la costruzione di tre navi ibride-elettriche, per un valore di circa 45 milioni di euro. La scadenza per la partecipazione è stata fissata al 22 febbraio.
Il tutto nell’attesa che si faccia avanti qualche partner privato, in grado di risolvere una situazione alquanto complicata. Il timore, in questa ultima ipotesi, è che la perdita di posti di lavoro possa essere pesante, almeno nella prima fase della ristrutturazione.