TRIESTE – Quasi 5000 accosti e 12,4 milioni di passeggeri distribuiti nei porti italiani.
È questa la previsione di traffico per le crociere, elaborata da Risposte Turismo nello speciale che riassume anche l’andamento del settore nell’anno appena concluso. Il 2022 ha visto un deciso incremento del traffico, più che triplicato rispetto al 2021, soprattutto nella seconda parte dell’anno: dopo un’iniziale incertezza anche dovuta allo scenario geopolitico, da giugno l’occupazione media delle navi è aumentata, passando dal circa 50% dell’inizio dell’anno all’85% negli ultimi mesi del 2022.
Nel 2023 Risposte Turismo stima che i passeggeri accolti in oltre 50 porti italiani saranno 12,4 milioni con quasi 5.000 accosti, registrando una variazione positiva del 34% per quanto riguarda la movimentazione di crocieristi e del 3% per gli accosti.
Confrontando il 2023 con l’anno record 2019, si prospetta un leggero aumento dei volumi di traffico passeggeri (+1% 2023/2019) e del numero di navi accolte (+1% 2023/2019).

La tabella che chiude Speciale Crociere mostra la classifica prevista per il 2023, con il dettaglio per i primi 15 porti, i quali dovrebbero movimentare oltre 11 milioni di passeggeri (oltre il 90% del totale) con più di 3.600 accosti (73% del totale).
Confrontando le previsioni 2023 di traffico passeggeri con l’anno appena concluso, si notano variazioni positive per tutti porti, tra le quali spicca il dato di Venezia (+148%), che prevede di tornare a crescere raggiungendo (quasi) la metà dei passeggeri accolti nel 2019 (1,5 milioni). Dovrebbe rimanere invariato, invece, il numero di passeggeri in arrivo e partenza da Trieste, anche se le speranze per lo scalo del Friuli Venezia Giulia sono diverse. Anche solo grazie all’assenza delle limitazioni dovute al Covid, le prospettive sono quelle di un leggero aumento rispetto ai numeri del 2022,
«Il 2023 si apre con un fermento diffuso tra tutti i porti italiani per quanto riguarda l’attesa di navi e passeggeri. Una attesa che riguarderà anche i territori, le destinazioni, che vedranno in questo segmento di turisti una parte comunque rilevante, chi più chi meno a seconda dei casi, dei propri visitatori. C’è dunque da raccomandare sempre più la massima integrazione di questa forma di turismo nelle politiche di destination management territoriale, facendo tesoro di uno dei grandi vantaggi che questo fenomeno presenta rispetto ad altri, e cioè la possibilità di conoscere con anticipo, anche notevole, i numeri e la tempistica di chi arriva. Quando si tratta di programmare, tale caratteristica è decisamente favorevole, e non resta dunque che ricordare a chi amministra i territori come tale forma di turismo possa essere opportunamente gestita e valorizzata» ha commentato Francesco di Cesare presidente di Risposte Turismo.