TRIESTE – Cimolai Spa, l’impresa di Pordenone specializzata nella realizzazione e installazione di grandi opere in acciaio in tutto il mondo, avrebbe esposizioni con le banche di poco inferiori ai 400 milioni di euro.
Del Gruppo fa parte anche Cimar (joint venture con Mariotti), impegnata da qualche anno nella realizzazione di scafi (per la Seabourn) a San Giorgio di Nogaro, con la fase di allestimento completata a Genova.
La causa dello sbilancio sarebbero alcune operazioni finanziarie in derivati, alle quali sommare alcuni prestiti con banche italiane. La scorsa settimana Cimolai (circa mille dipendenti, 3 mila lavoratori con l’indotto) ha anche perso il proprio fondatore, Armando, morto a 94 anni dopo una breve malattia.
Da alcune indiscrezioni, la famiglia Cimolai – che non ha commentato la situazione – potrebbe procedere a una ricapitalizzazione, dimostrando l’intenzione di proseguire nel mantenere viva l’azienda.
Tra le ipotesi anche quella di un concordato preventivo con il Tribunale delle imprese, per evitare eventuali ingiunzioni di pagamento da parte dei fornitori.