TRIESTE – Nel primo trimestre 2023 il numero di occupati in Friuli Venezia Giulia stimato dall’Istat è pari a 514.700 unità, 1.600 in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso (-0,3%).
La flessione rilevata, osserva Alessandro Russo, ricercatore dell’Ires Fvg che ha rielaborato dati Istat, si inerisce in una fase di rallentamento tendenziale dell’occupazione iniziata nell’ultima parte del 2022 (-0,5% nel terzo trimestre, -1,7% nel quarto), dopo un forte incremento registrato nel primo semestre.
Nel primo trimestre del 2023, fa inoltre sapere Russo, il valore delle vendite estere delle imprese del Friuli Venezia Giulia (pari a 4,5 miliardi di euro) ha evidenziato una sensibile diminuzione rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (-9,9%, pari a quasi mezzo miliardo in meno); solo Valle d’Aosta (-10,9%) e Lazio (-11,7%) presentano dei risultati peggiori. Al netto della cantieristica navale, notoriamente caratterizzata da una forte variabilità, la variazione è in realtà positiva (+4,1%). A livello nazionale la crescita è stata molto più sostenuta (+9,8%); nel Nordest spiccano i risultati particolarmente favorevoli del Veneto (+9%) e del Trentino-Alto Adige (+9,4%). Sempre nel primo trimestre 2023 si riscontra anche una notevole diminuzione del valore delle importazioni regionali (-10,2%); l’avanzo commerciale è comunque diminuito (-9,5%, da 2 a 1,8 miliardi). A livello territoriale Gorizia presenta un passivo molto pesante (-65,1%) dovuto all’andamento delle vendite di navi e imbarcazioni, mentre l’area giuliana registra una moderata flessione (-3,8%). Al contrario sono in crescita le esportazioni delle province di Udine (+7%) e Pordenone (+3,9%). Tra i settori dell’economia del Fvg che presentano le dinamiche maggiormente positive ci sono: i macchinari e le apparecchiature (+19,8% rispetto al primo trimestre 2022); computer e apparecchi elettronici (+19,5%); i prodotti alimentari e le bevande (+18,8%). In merito alle destinazioni geografiche dell’export delle imprese regionali, infine, si osserva una crescita dei flussi destinati ai due principali partner commerciali, ossia Germania (+2%) e Francia (+5,2%). In calo invece le esportazioni verso gli Stati Uniti (-62,4%, un andamento connesso al settore della cantieristica navale), l’Austria (-6,2%) e la Polonia (-19,3%, attribuibile soprattutto alla dinamica dell’export di prodotti siderurgici).