TRIESTE – Nel primo trimestre del 2025 le tariffe del trasporto stradale in Europa hanno registrato un calo generalizzato, riflettendo la frenata della domanda e il clima di incertezza economica.
A certificarlo è l’ultimo indice Upply x Ti x IRU (International Road Transport Union), che mostra una contrazione del 2,3% per le tariffe contrattuali e del 3,8% per quelle spot rispetto al trimestre precedente.
Secondo l’analisi condotta dall’IRU, basata su dati forniti da Upply, la domanda debole, la crescita contenuta dei costi e le tensioni commerciali globali hanno pesato sull’intero mercato. Il risultato è stato un calo delle pressioni sui prezzi, con una dinamica che riguarda sia i contratti a lungo termine che il mercato spot.
A livello annuale, tuttavia, l’indice spot segna un lieve rialzo (+1,6 punti), così come quello contrattuale (+0,4 punti), a conferma della forte volatilità che caratterizza il settore. La domanda interna europea rimane fragile: secondo Eurostat, la spesa dei consumatori è aumentata solo dello 0,6% trimestre su trimestre, mentre un’indagine McKinsey rivela che il 74% degli europei continua a risparmiare scegliendo prodotti più economici o riducendo i consumi.
Le tariffe sono inoltre condizionate dalla situazione geopolitica, con guerre commerciali e incertezze regolamentari che rallentano gli scambi e deprimono la fiducia delle imprese. In questo contesto, alcuni analisti notano un possibile ritorno alla logica dei contratti a lungo termine, alimentata da iniziative come “Buy European” che promuovono il consumo interno.
Nonostante un aumento del prezzo del gasolio del 4,8% rispetto all’ultimo trimestre del 2024, i costi sembrano sotto controllo. Il rallentamento della crescita dei salari e la riduzione della domanda globale di petrolio, dovuta alle incertezze internazionali, potrebbero favorire una fase di stabilità nei prossimi mesi.
Sul fronte dell’offerta, la capacità non cresce: le immatricolazioni di mezzi pesanti sono diminuite del 16% su base annua, mentre la carenza di autisti rimane critica, con 426.000 posizioni vacanti in Europa, secondo il rapporto IRU 2024. Da segnalare invece l’incremento del 51% nelle immatricolazioni di camion elettrici, che oggi rappresentano il 3,5% del mercato.
Nel breve periodo, l’instabilità dei dazi continuerà a incidere negativamente sui flussi commerciali e sui volumi. Tuttavia, secondo IRU e Upply, il medio termine appare più promettente: la crescita del PIL, il miglioramento dei consumi privati e l’incremento degli investimenti potrebbero rilanciare la domanda di trasporto e stabilizzare i noli stradali.
«Il trasporto stradale europeo è in una fase delicata, dove resilienza, sostenibilità e competitività devono convergere – ha dichiarato Vincent Erard, Senior director IRU – . Servono condizioni favorevoli per investimenti a lungo termine, digitalizzazione e decarbonizzazione, soprattutto per le PMI della logistica».
«La situazione attuale favorisce i caricatori, ma il consiglio è di assicurarsi capacità a lungo termine attraverso partnership equilibrate con gli operatori» ha aggiunto Thomas Larrieu, Ceo di Upply.