TRIESTE – Israele si prepara per il post-guerra e guarda ai porti e al sistema logistico del Friuli Venezia Giulia.
Gli incontri del consigliere economico dell’Ambasciata d’Israele in Italia Shor Hadar, che oggi ha visto rappresentanti dell’Autorità portuale e assessori regionali, sono serviti a presentare le potenzialità del sistema portuale e della piattaforma logistica del Friuli Venezia Giulia, la sfida del progetto transnazionale della Valle dell’idrogeno, lo sviluppo di tecnologie digitali.
Le ipotesi di collaborazione si sono concentrate su possibili interessi nel campo delle forniture di software e sull’istituzione di nuovi collegamenti marittimi con i porti israeliani. Un preludio al ritorno di ZIM? Forse troppo presto per fare ipotesi, ma le opportunità restano aperte.
Il consigliere economico ha mostrato grande interesse nella possibilità di presentare il livello qualitativo e le potenzialità tecnologiche dei prodotti israeliani, che si potrebbero ben sposare con il know-how delle aziende del Friuli Venezia Giulia, dando vita a collaborazioni durature.
«L’Amministrazione regionale – ha spiegato l’assessore regionale alle Infrastrutture, Cristina Amirante – sta investendo moltissimo nel potenziamento del sistema portuale e della piattaforma logistica, quest’ultima costituita dai tre porti commerciali di Trieste, Monfalcone e Porto Nogaro, dagli interporti di Gorizia, Cervignano del Friuli, Pordenone e Trieste-Fernetti e dall’autoporto di Pontebba».
«Siamo molto soddisfatti – ha detto l’assessore alla Difesa dell’ambiente, Fabio Scoccimarro – per il favore dimostrato dal consigliere economico di Israele nei confronti della nostra volontà di anticipare di cinque anni l’obiettivo di zero emissioni stabilito dal Green Deal europeo. A tal riguardo Shor Hadar ha evidenziato le possibilità di nuove partnership con le nostre realtà finalizzate a incrementare la lotta allo spreco idrico».