TRIESTE – Il Nordest italiano con i porti di Trieste e Venezia e l’interporto Quadrante Europa di Verona a disposizione per la ricostruzione dell’Ucraina.
È questo l’impegno del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, durante la visita di ieri in Ucraina, nel corso della quale ha incontrato il presidente Volodymyr Zelensky.
Il ministro ha spiegato ai media italiani che durante l’incontro si è discusso dei settori nei quali il sistema produttivo italiano potrebbe essere maggiormente presente durante la fase di ripresa e ricostruzione, una volta finita la guerra con la Russia. In particolare quelli dell’alta tecnologia, dell’aerospazio, della siderurgia e della metallurgia, ricordando l’importanza di Mariupol (oggi saldamente in mano russa) proprio come centro di produzione siderurgico. Ma è sul tema della logistica che si potrà iniziare una collaborazione, in attesa che si possano pienamente recuperare i corridoi marittimi. «Da parte nostra c’è l’impegno a cooperare sul corridoio terrestre numero 5 da Kiev al Nord-Est italiano, perché in qualche modo diventino loro porti quelli di Trieste e Venezia e la loro base logistica il Quadrante Europa, con la più grande piattaforma logistica del Continente che si trova a Verona» ha detto il ministro.
Sul tema è intervenuto anche il presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico orientale, Zeno d’Agostino, dicendosi a disposizione in attesa dei dettagli. «Abbiamo già le competenze necessarie per creare un collegamento via treno, come è già stato fatto in primavera per unire Trieste e Odessa. Questa nostra esperienza tornerà utile, se sarà necessario costruire un collegamento intermodale – di tipo ferroviario – dal Nordest dell’Italia fino a Kiev» ha detto D’Agostino.
Entusiasta il presidente di Confindustria Alto Adriatico, Michelangelo Agrusti: «Creare una relazione speciale con l’Ucraina, non solo sul piano degli aiuti militari, è un’ottima mossa per l’Italia. E in questa relazione Trieste sarà il porto naturale per il sistema industriale ucraino. Il progetto è strategico anche sul piano geopolitico perché dà all’Italia un ruolo che altri Paesi non possono avere».