PORDENONE – Traffico insufficiente e costi troppo elevati. Queste le ragioni per le quali non riprenderà il link ferroviario tra Interporto Pordenone e Duisburg.
A comunicarlo ufficialmente è stata oggi Hupac spa (società che gestisce il terminal dell’infrastruttura friulana) durante un incontro organizzato da Confindustria Alto Adriatico.
«Il servizio è sospeso a tempo indeterminato. Ci sono dei costi esorbitanti. Dobbiamo fare delle scelte, e al momento la situazione non è rosea. Il traffico combinato ha grandissime potenzialità ma la crescita non è lineare e ci sono delle fluttuazioni che vanno gestite in modo oculato. Nel 2022 il sistema ha perso delle opportunità. Ci sono state ricostruzioni ma anche disagi enormi, sia lungo la linea critica nella Valle del Reno che lungo tutto il corridoio europeo. La Germania ha una quantità di lavori enorme, sia per una gestione non così efficace e probabilmente per i ritardi negli interventi» ha spiegato oggi Alessandro Valenti, Director Sales & Operations Shuttle Net West-Deputy CEO Hupac Intermodal SA.
Il collegamento era stato fermato il 18 aprile e Hupac aveva attribuito le ragioni ai lavori lungo la linea dei Tauri, in Austria. Interventi che dovevano durare circa un mese. Allo stesso tempo, per cercare un’alternativa, era stato creato un nuovo collegamento tra Padova e Busto Arsizio: un treno feeder (andata e ritorno) per agevolare il trasferimento modale del traffico nazionale nel Nord Italia.
Decisamente contrari gli operatori, che oggi hanno ribadito la loro posizione. «Sospendere il servizio per me significa il fallimento totale. Non possiamo, preso un lavoro da un committente, spostare su strada carichi con peso adatto all‘intermodale. Va mantenuto un servizio minimo. Va bene la chiusura dei Tauri, ma bisognava avere un Piano B. Chiediamo che venga ripristinato il servizio su Duisburg» ha detto oggi durante il suo intervento Alessandro Formaro, titolare di una società di trasporti del pordenonese.
«Duisburg ha dimezzato i volumi, al di là dell’interruzione sui Tauri. La soluzione più sensata ha risposto Valente di Hupac – è quella delle alternative temporanee, che servono per garantire continuità».
Una proposta e un richiamo, invece, da parte di Michelangelo Agrusti, presidente di Confindustria Alto Adriatico (Pordenone, Trieste e Gorizia). «Va fatto più marketing per Interporto Pordenone, al di la delle situazioni contingenti come la crisi in Germania. L’industria pordenonese nel suo insieme – ha detto Agrusti – va portata a bordo con il passaggio dalla gomma a rotaia. Però, dico a Hupac che, e vero che ci possono essere delle curve basse, ma credo che nei periodi di vacche magre si possano fare dei sacrifici, per non pagare le disaffezioni nel futuro».