TRIESTE – Pur con un calo del 4% nelle tonnellate totali di merce, il porto di Capodistria cresce nei settori chiave tra gennaio e settembre.
Il terminal container ha movimentato 812mila Teu, con una crescita del 4% rispetto allo stesso periodo del 2022, mentre sono cresciuti addirittura del 22% le unità (692.600) di automobili e veicoli trasbordati dalle car carrier.
Con 233,9 milioni di euro di ricavi netti, Luka Koper (società che si occupa della gestione dello scalo) si attesta sui valori dello stesso periodo dello scorso anno (233,7 milioni). Tariffe più alte per i servizi di transhipment, all’aumento del traffico di container e automobili e aumento dei servizi aggiuntivi sulle merci sono state le principali voci tra gli attivi. Le entrate dalle tariffe di stoccaggio sono diminuite a causa della riduzione del tempo di sosta dei container, in seguito alla stabilizzazione della situazione sul mercato logistico globale.
Il flusso di rinfuse liquide è stato inferiore dell’1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con un calo di fatturato dei derivati del petrolio. Rinfuse solide a -13%.
In calo gli indicatori finanziari, anche a causa dell’inflazione, dell’aumento del numero di dipendenti e della modifica della struttura aziendale.
Nell’analisi dell’andamento globale, Luka Koper evidenzia la ripresa economica all’inizio del 2023, la regolarizzazione del mercati dell’energia con la diminuzione dei prezzi, la riapertura del mercato, ma anche il calo della crescita economica globale durante il resto dell’anno. “L’impatto di politiche economiche più restrittive ha rafforzato le inversioni di tendenza di aziende e consumatori. Sebbene le istituzioni internazionali prevedessero un rafforzamento dell’attività economica nella seconda metà dell’anno, il recupero nei secondi e terzi trimestri è stato più lento del previsto. Le previsioni per il resto dell’anno prevedono una crescita lenta e disomogenea e il proseguimento del trend al ribasso dei prezzi dell’energia” spiegano dal porto di Capodistria.
Anche la situazione nella logistica a livello globale, viene definita piuttosto complessa. Gli arrivi delle navi portacontainer sia su collegamenti diretti con l’Estremo Oriente che dai porti del Mediterraneo sono ancora poco affidabili, e i noli marittimi sono ancora in calo. “Gli armatori stanno annunciando servizi ridotti sulla rotta Estremo Oriente-Europa, poiché intendono ridurre la capacità delle stive delle navi. I porti europei affrontano un’elevata saturazione dei terminal auto. Una possibile escalation del conflitto in Medio Oriente costituisce un rischio aggiuntivo in termini di soluzioni logistiche per il flusso di merci attraverso il Canale di Suez” aggiunge l’analisi.
Al porto di Capodistria sono intanto proseguiti gli investimenti con l’allestimento di aree di stoccaggio e la costruzione di nuovi moli per i container refrigerati. Altri due importanti investimenti dovrebbero essere completati entro la fine del 2023, ovvero la costruzione di un nuovo terminal esterno per camion e la modernizzazione del sistema di raffreddamento sui serbatoi di metanolo. Sono previsti appalti pubblici per la costruzione del Molo 12, del magazzino 54 e della stazione di energia solare, nonché per gli escavi dei fondali e il test di spostamento dei sedimenti marini.