VENEZIA – È stato presentato oggi a Venezia il Piano operativo triennale che guiderà le scelte dell’Autorità portuale fino al 2024. Integrato, regolato, innovativo, digitale, green, connesso e in continuo dialogo col territorio sono stati i termini usati per definire il nuovo modello di portualità per gli scali di Venezia e Chioggia.
Cinque saranno gli obiettivi da sviluppare nei prossimi tre anni, attraverso 12 azioni e 44 interventi prioritari, per un valore complessivo stimato di oltre 1,78 miliardi di euro.
Si è partiti dall’analisi dello scenario nazionale ed europeo, di quello economico e geopolitico (condizionato dalla pandemia da Covid-19), delle tendenze nei traffici locali e globali e del posizionamento del sistema portuale. In base a queste premesse, il POT intende riorganizzare l’ente e le sue partecipate, rigenerare il sistema degli scali veneti garantendo una nuova accessibilità dei porti, realizzare una transizione energetica dell’intero cluster portuale, riconoscere una nuova centralità della safety e della security e, infine, consolidare una nuova relazione Porto-città, supportando l’occupazione connessa all’operatività degli scali.
Obbiettivo 1– Nuovo modello operativo per l’Ente (circa 6 milioni di euro): passa attraverso la digitalizzazione dei processi interni e di quelli ente-utenza (ad esempio la creazione dello Sportello Unico Amministrativo).
Obiettivo 2 – Rigenerazione del sistema portuale: sarà reso possibile dal nuovo piano regolatore di sistema portuale da realizzarsi in condivisione con le amministrazioni interessate a partire dal 2022. Il POT prevede, inoltre, l’apertura di una nuova stagione sul fronte delle concessioni coerente con l’evoluzione del mercato, il lancio della ZLS a Porto Marghera, l’attuazione del concorso di idee e la realizzazione degli approdi temporanei per le navi da crociera. Sul fronte dell’accessibilità, l’AdSPMAS lavorerà alla realizzazione e implementazione delle infrastrutture stradali e ferroviarie di ultimo miglio e al ridisegno dei waterfront degli scali veneziano e clodiense. Il tutto organizzato e gestito coerentemente con il MOSE. Il valore degli interventi è stimato intorno agli 1,5 milioni di euro.
Obiettivo 3 – Transizione energetica del cluster portuale: prevede risorse per 860milioni di euro ed è legato agli interventi per la sostenibilità ambientale previsti dal capitolo Green Ports del PNRR, l’elettrificazione delle banchine, lo sviluppo della mobilità elettrica, la promozione del GNL e dell’idrogeno. L’attività dell’Ente si concentrerà anche sulla realizzazione di un programma di monitoraggio degli impatti ambientali accanto a un vero e proprio piano per alberature e aree verdi.
Obiettivo 4 – Massimizzazione della safety e ottimizzazione della security: risultato anche del dialogo con le forze sindacali, comprende tutto ciò che riguarda la prevenzione della sicurezza e della safety portuale, con azioni mirate sul fronte della formazione in materia di sicurezza sul luogo di lavoro e sul fronte delle misure di prevenzione pandemica, sempre in evoluzione. Azioni che prevedono l’impiego di 1,5 milioni di euro.
Obiettivo 5 – Relazione città- porto: sarà, infine, reso possibile mediante l’adozione di azioni di supporto alla comunità locale e iniziative di collaborazione con i comuni e le comunità scientifiche e di ricerca del territorio per 6milioni di euro. Tra queste, il documento prevede anche progettualità per la valorizzazione del patrimonio archivistico di Porto Marghera.
Il documento di programmazione approvato dal Comitato di gestione la settimana scorsa, è stato presentato da Fulvio Lino Di Blasio e da Antonella Scardino, rispettivamente presidente e Segretario generale dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Adriatico Settentrionale, alla presenza dei componenti del Comitato, Giuseppe Chiaia, rappresentante della Città Metropolitana di Venezia, Maria Rosaria Campitelli, rappresentante della Regione del Veneto, e dell’ammiraglio Piero Pellizzari, Direttore marittimo del Veneto.