MONFALCONE – Una cinquantina di persone verranno assunte e formate in collaborazione tra FHP holding portuale e Impresa Alto Adriatico, che svolge il ruolo ex art. 17 all’interno dello scalo.
Sullo sfondo l’aumento dei traffici per Portorosega e il bisogno di manodopera specializzata, destinato a protrarsi anche il prossimo anno. Diverse le professionalità interessate, ad iniziare dai lavoratori generici, per proseguire con le guide per trattori e sollevatori, fino ai gruisti. Oltre all’aumento del traffico, nell’ultimo anno al porto di Monfalcone è il metodo di lavoro ad aver subito una trasformazione: navi di maggiori dimensioni e diverse tipologie merceologiche alla base dei cambiamenti.
«Abbiamo fatto una valutazione per avere un organico equo e istituire un terzo turno di lavoro giornaliero. Ci vorrebbero 150 lavoratori in totale – spiega Mitter Mandolini, alla guida di Impresa Alto Adriatico – solo per il traffico di Fhp. Oggi ne contiamo circa un centinaio, quindi circa una cinquantina di persone saranno interessate dai nuovi percorsi formativi».
L’operazione prenderà il via il 31 gennaio con il primo gruppo di 10 persone: se tutto andrà secondo i piani, a dicembre dell’anno prossimo sarà raggiunto l’obiettivo. Il personale verrà pescato dagli organici dell’art. 17 e, una volta formato, sarà distribuito tra FHP e lo stesso art. 17, sia come dipendenti che come lavoratori somministrati (circa il 20%).
«Monfalcone ha avuto un’evoluzione negli ultimi anni con un sistema che stiamo andando a finalizzare, nel quale è compresa la nuova governance dell’Authority. Abbiamo anche trovato una soluzione per la convivenza tra crociere e traffico commerciale. Durante la stagione crocieristica ci sono solo 850 metri a disposizione per la banchina, c’è qualche difficoltà di gestione, ma siamo diventati bravi a spostare le navi» spiega Gian Carlo Russo, amministratore delegato di Compagnia portuale di Monfalcone, nonché direttore esecutivo di MarterNeri (FHP Holding portuale).
«Oggi stiamo assumendo anche perchè diversi lavoratori si sono trasferiti al porto di Trieste una volta formati. Al nostro interno, punteremo anche su una società dedicata alla formazione e poi sui lavoratori esperti come tutor, da affiancare ai neoformati» aggiunge Russo.
Decisamente soddisfatta la sindaca del Comune di Monfalcone, Anna Maria Cisint, che ha già dato disponibilità per eventuali operazioni di recruiting, qualora ce ne fosse bisogno. «Oggi siamo qui a parlare di questo perché i nuovi pescaggi e il lavoro fatto nei mesi scorsi, ha consentito di fare di Monfalcone un porto competitivo a livello europeo. Le aree a disposizione consentono di dare risposte che altri non possono dare. Ora bisogna completare un puzzle con la ferrovia, nuove aree e tutto ciò che gli strumenti urbanistici possono fornire per dare valore aggiunto. Anche l’allungamento della banchina è già previsto dal Piano regolatore. Gli escavi, inoltre, stanno per iniziare e non fermeranno le operazioni portuali» ha detto Cisint.
L’obiettivo di FHP e Impresa Alto Adriatico è anche quello di far sposare dall’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico orientale il protocollo d’intesa appena siglato, in modo da utilizzarlo come sistema per la formazione. Tutto ciò anche per impedire che i lavoratori – liberi ovviamente di farlo – si trasferiscano da Portorosega dopo aver ricevuto patentini e abilitazioni, con forte dispendio economico per chi li ha formati.