TRIESTE – Un gateway strategico per l’Europa dell’Est e un porto che deve restare supercompetivo.
È stato questo il chiaro messaggio che Msc, per bocca dell’amministratore delegato del Gruppo, Soren Toft, e del presidente (nonché figlio del fondatore Gianluigi) Diego Aponte, hanno lanciato oggi a Trieste in occasione del varo della “Nicola Mastro”.
«Trieste è molto importante. Qui a Trieste, i nostri investimenti nel terminal e nella ferrovia hanno creato un gateway strategico che offre uno sbocco sul mare anche a quei Paesi come Austria, Repubblica Ceca, della Slovacchia e dell’Ungheria che hanno scelto questo porto per movimentare le loro merci, raggiungendo da qui persino la Germania settentrionale. Nonostante la grande crescita della nostra capacità di movimentazione, continuiamo ad impegnarci – ha detto Toft – per ridurre il nostro impatto sull’ambiente modernizzando la nostra flotta con un programma di costruzione di nuove navi che comprende le portacontainer più efficienti dal punto di vista dei consumi. Quegli stessi valori, instillati dalla famiglia Aponte, vivono ancora tra 180.000 dipendenti in 675 uffici, a quasi cinque decenni dalla fondazione di MSC. Oggi in Italia abbiamo 19 uffici che raggiungono tutti gli angoli del Paese e abbiamo recentemente rilanciato il servizio Dragon che collega direttamente l’Asia all’Italia, contestualmente stiamo anche lavorando per sviluppare ulteriormente la nostra rete di trasporto marittimo a corto raggio per testimoniare ancora una volta quanto sia profondo il nostro impegno verso l’Italia».
Rispondendo ad alcune domande proprio sul futuro del terminal di Trieste, Diego Aponte ha ribadito che «… il futuro è chiaro, l’abbiamo dimostrato per cui stiamo andando avanti con tutti gli investimenti dovuti, per far sì che Trieste rimanga un porto supercompetitivo. C’è il pescaggio, per cui verremo sicuramente negli anni futuri con questa nave e non per fare il battesimo ma operazioni commerciali. C’è il retroporto, c’è la ferrovia e tutti gli investimenti che sono stati fatti dal pubblico sono molto importanti e hanno fatto di Trieste un porto molto importante».
Chiaro anche l’impegno per lo sviluppo dell’intermodalità.
«Stiamo andando avanti per spostare sempre più traffico dalla strada alla ferrovia. Con Medway in tutto il mondo abbiamo già oltre 120 locomotive. Siamo molto decisi, abbiamo imparato il mestiere – ha aggiunto Aponte – e ci sentiamo forti per poter crescere non solo in Italia ma in tutta Europa».
Sul tema della diversa tassazione prevista per i porti europei nell’ambito dell’Emission Trading Scheme, Aponte ha poi chiarito che MSC sta facendo lavoro di lobbying per modificare quanto previsto dall’Ue.
«Questa per noi è una tematica molto importante, adesso stiamo facendo il dovuto lavoro di lobbying perché la legge, come è stata annunciata, non va bene per i porti europei. Saremmo perdenti a tutti i livelli anche a livello di posti di lavoro. Secondo me è molto pericolosa questa situazione che ovviamente privilegerà tutti i porti tipo Tangeri e i porti egiziani che toglieranno traffico a porti come Gioia Tauro, come Sines in Portogallo, Pireo e tanti altri porti europei. Un gran peccato, comunque penso anche la partita è ancora aperta e noi ci batteremo fino alla fine».
Non è raro che si parli un eccessivo potere concentrato nella mani di Msc…
«Non lo so se c’è questo strapotere. Noi siamo innamorati di quello che facciamo, viviamo per le nostre aziende, viviamo per le nostre persone. Oggi impieghiamo più di 180mila persone nel mondo, viviamo per loro. Noi in Italia abbiamo una posizione forte, l’abbiamo avuta, ce la siamo guadagnata col sudore, siamo cresciuti e, ovviamente, abbiamo investito verticalmente sui porti e su quant’altro per poter offrire un miglior servizio ai nostri clienti. Ovunque l’abbiamo fatto, abbiamo investito massicciamente nell’interesse dell’Italia prima di tutto e poi del settore marittimo che ne beneficia tantissimo» ha concluso Diego Aponte.