TRIESTE – Crescono i transiti nei primi cinque mesi (rispetto al periodo analogo dello scorso anno) lungo la rete di Autovie Venete e la A4 si conferma sempre di più autostrada del turismo e del mare.
I dati, seppure ancora provvisori, elaborati dall’unità organizzativa viabilità e traffico della Direzione Esercizio della Concessionaria parlano chiaro: da gennaio a maggio sono stati 18 milioni 861 mila 681 i passaggi registrati, a fronte dei 17 milioni 766 mila 578 del 2022 (+6,16%). Aumentano soprattutto i transiti di auto (+ 8,93%), mentre rimangono invariati quelli legati ai mezzi pesanti (+0,20%).
A maggio il boom con oltre 3 milioni di veicoli leggeri (+3,68% rispetto al 2022) che hanno attraversato la rete autostradale di Autovie Venete. Una tendenza che sembra continuare anche nei primi giorni di giugno, con oltre un milione di transiti totali nella settimana dal 29 maggio al 4 giugno (+4,73% rispetto alla stessa settimana del 2022).
Il traffico turistico e i lavori ancora in corso in Friuli per il completamento della terza corsia, dunque, saranno nuovamente fonte di disagio per i camion che attraversano la regione e per quelli che alimentano il sistema logistico del territorio.
Problemi che si sommano a quelli già evidenziati nei mesi scorsi dalle associazioni di categoria. In particolare, Confartigianato Fvg aveva evidenzia – a partire dal 2009 – un crollo delle imprese regionali di autotrasporto, a favore del trasporto estero, soprattutto dell’Est europeo. In Friuli Venezia Giulia, infatti, il numero di imprese di trasporti merci su strada è in forte calo sia rispetto alla fine del 2021 (-3,8%), sia rispetto al dato prepandemia del 2019 (-10,1%). Il calo è molto marcato rispetto al 2009 (-42,1%). Il trend negativo si è però invertito nell’ultimo trimestre 2022: le imprese che si sono iscritte all’Albo sono state 1345 contro le 780 che hanno chiuso. A fine anno erano iscritte all’Albo 100.797 imprese contro le 99.465 di fine 2021. Questo fenomeno positivo si spiega con il fatto che a metà 2022 è stata decretata la liberalizzazione di accesso al mercato: prima per aprire un’azienda di trasporto, tra i vari requisiti richiesti, era obbligatorio immatricolare mezzi per almeno 80 tonnellate, o in alternativa acquisire una licenza conto terzi di un’azienda che cessava l’attività.
Problemi e incertezze non mancano, tra carenza di autisti e rivoluzione “green”, anche se sui tempi di attesa quotidiani, il porto di Trieste sembra essere un’eccezione, con i terminal che hanno in buona parte risolto questa criticità.