TRIESTE – Authority e Dogane stanno portando avanti un progetto pilota per la digitalizzazione dell’export Made in Italy, che potrebbe essere esteso a piccole e medie imprese.
Il caso, che ha visto come partner industriale il Gruppo Benetton per una spedizione verso i porti della Turchia, è stato illustrato oggi alla conferenza “Italy smart export” nel centro convegni del Molo IV a Trieste.
«Abbiamo eliminato la carta effettuando la prima spedizione full digital» ha detto Abramo Vincenzi, ceo di Accudire, azienda specializzata nel business digitale, fondato sulla tecnologia Blockchain.
Il progetto che si sta portando avanti, ha spiegato Vincenzi, permette di rendere più efficienti gli aspetti della gestione operativa dei flussi di documenti. Oggi, infatti, le supply chain molto frammentate per esportatori italiani, mentre le maggiori difficoltà non sono ricomprese nll’uso delle nuove tecnologie, quanto nella semplificazione di processi che si sono stratificati nel tempo, accumulando inefficienze.
Benetton, però, è un’azienda dalle spalle larghe. Il case history sarà replicabile con le piccole e medie imprese italiane?
«Questa è la sfida. Bisogna lavorare trasversalmente. Le piccole e medie imprese – ha risposto Vincenzi – hanno un prodotto conosciuto all’estero ma mancano di organizzazione interna e competenza, per cui si appoggiano all’esterno. Bisogna innovare e abbandonare i vecchi schemi».
Che l’esperimento sia stato effettuato coinvolgendo il Porto di Trieste non è un caso, poiché si tratta di uno dei porti più digitalizzati d’Italia. Fondamentale anche il coinvolgimento dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, che è intervenuta alla conferenza con il direttore centrale, Maurizio Montemagno.
«Difficile coniugare semplificazione e innovazione con una normativa che, più che nazionale, è unionale. Fino a qualche anno fa, la Dogana si occupava soprattutto dello sdoganamento. Ci siamo poi trovati ad affrontare ciò che c’è prima del momento doganale. Le iniziative che le Dogane ha messo a disposizione sono innovazioni proprio con la finalità di curare le fasi prima che merce arrivi in Porto» ha spiegato Montemango.
«Questo progetto pilota si inserisce in un lavoro pluriennale di innovazione digitale svolto dall’Autorità portuale in ottica di sistema, cioè integrando non solo tutti i nostri porti tra loro, ma i porti con gli interporti e tutte le infrastrutture presenti sul territorio, con l’obiettivo di diventare protagonisti delle supply chain globali” ha spiegato il presidente dell’Authorità di sistema portuale del Mare Adriatico orientale, Zeno D’Agostino. «Grazie al nostro port community system, che ha digitalizzato al 100% tutte le operazioni portuali, siamo in grado di gestire in maniera integrata tutto il processo. La sfida per il futuro – ha concluso D’Agostino – è che mondo pubblico e mondo privato, come in questo caso, riescano a collaborare per digitalizzare e rendere smart le catene logistiche, permettendo così l’accesso semplice ed efficiente di queste filiere alle nostre piccole e medie imprese».