TRIESTE – SIOT (Società Italiana per l’Oleodotto Transalpino del Gruppo TAL) ha presentato oggi un accordo per rendersi autonoma nella produzione di energia a servizio della pipeline.
Uno dei capisaldi del percorso di sostenibilità intrapreso da SIOT – TAL riguarda il tema della transizione energetica e dell’autonoma produzione di energia: l’azienda ha presentato, insieme al ceo di EnerProject, Paolo Pacorini, il piano realizzato da EnerProject, la Energy Service Company con sede a Trieste scelta da SIOT – TAL per realizzare sette unità cogenerative di energia ad alto rendimento, alimentate a gas metano che saranno installate nelle stazioni di pompaggio presenti in Regione.
Gli impianti permetteranno alla SIOT di essere quasi autonoma nella produzione di energia e di diminuire il proprio impatto ambientale: da un lato, genereranno energia nel luogo in cui viene impiegata evitandone il trasporto e le inevitabili perdite ad esso connesse; dall’altro, gli impianti utilizzeranno l’energia termica recuperata dai cogeneratori per riscaldare il greggio nella pipeline, diminuendone così la viscosità affinché sia necessari un minor quantitativo di energia per movimentarlo lungo l’oleodotto.
«EnerProject – ha dichiarato Alessio Lilli, presidente SIOT e General manager del Gruppo TAL – ha reso concreta la nostra visione di risparmio, efficienza, sicurezza e sostenibilità energetica. La Cogenerazione ad alto rendimento è indicata dall’UE come uno dei principali interventi sui quali fare leva per raggiungere gli obiettivi di riduzione di CO2 già nel breve periodo e, come il nostro primo report interno di sostenibilità ha evidenziato, non si può essere concretamente sostenibili se non si agisce sulla propria fonte primaria di energia. In questo modo non solo produrremo l’energia che ci è necessaria per far funzionare gli impianti, ma muoveremo in maniera decisa verso un nuovo ruolo di “Prosumers”, ovvero sia produttori che consumatori di energia, pronti a condividerla in una visione di rete». Le centrali di coproduzione di energia, infatti, oltre a rendere più efficiente l’utilizzo di energia per SIOT-TAL, potranno far sì che l’azienda sia nelle condizioni di cedere l’energia in eccesso alla rete nazionale. Il sistema così ideato tutelerà anche l’oleodotto da possibili blackout di rete, in particolare per quanto concerne le zone montane, garantendone l’operatività. Alimentati a gas metano, gli impianti potranno accettare anche altre forme di combustibili sostenibili, come il biometano.
Durante l’incontro tenutosi oggi a Trieste, SIOT ha presentato i dati consolidati per il 2021. L’anno scorso la società ha trasportato 37,2 milioni tonnellate di greggio, a fronte delle 37,6 dell’anno precedente: un dato sostanzialmente stabile che restituisce il trend nell’epoca pandemica, caratterizzato da un calo di circa 4 milioni di tonnellate rispetto agli ultimi due anni pre-pandemia. Nel 2021 hanno attraccato al Terminale Marino del Porto di Trieste 425 petroliere, a fronte delle 416 navi del 2020.
«Sia in epoca pandemica che attualmente con una geopolitica caratterizzata dalla guerra in Ucraina – ha spiegato Lilli – il nostro oleodotto risulta strategico per il rifornimento di energia al Centro Europa e si conferma rilevante per l’economia del Friuli Venezia Giulia. Oltre il 60 per cento del traffico portuale passa per il Terminal Marino Siot. Così come ideata e così come si è evoluta nel tempo, l’infrastruttura TAL è oggi al servizio dell’Europa tutta, rendendo Trieste uno snodo di riferimento per le economie di Germania, Austria e Repubblica Ceca». Per quanto riguarda l’attualità, SIOT – TAL sta monitorando la situazione geopolitica e tutte le normative varate a livello internazionale come risposta al conflitto in corso. La società segue l’evolversi delle sanzioni internazionali imposte e, per quanto esse non abbiano riguardato al momento direttamente le movimentazioni del greggio o altri aspetti dell’operatività, l’azienda è pronta a intervenire sulla propria operatività qualora lo scenario si modifichi. In termini di volumi di trasportato, a oggi il trend del 2021 è confermato, ma vi sono elementi esterni di incertezza che potrebbero modificare – in più o in meno – i volumi attesi.