TRIESTE – Secondo il presidente dell’Autorità di sistema portuale dei porti di Trieste e Monfalcone, va cambiato il modello culturale, altrimenti non sarà sufficiente ciò che facciamo per combattere le emissioni.
L’intervento di D’Agostino si è sviluppato stamattina durante il convengo “La transizione ecologica nei porti: scenari, progetti e professioni del futuro”, organizzato a Trieste dalla CEI (Central Europe Initiative). I primi interventi hanno richiamato l’attenzione sul problema legato alle emissioni nei porti, presentando anche la differenza di approccio alla transizione ecologica tra Europa/Occidente e Asia/Oriente. Proprio commentando alcuni di questi dati, il presidente dell’Authority di Trieste ha commentato sostenendo che «… va cambiato il modello, se continuiamo a parlare di transizione, non andiamo da nessuna parte. C’è un mondo buono e un mondo cattivo. Il primo deve cambiare modo di ragionare. Va fatta la rivoluzione ecologica, non la transizione». Una rivoluzione, sempre secondo D’Agostino, che va portata avanti con un presidio della governance. È stato citato il network Trieste, dove non sono più necessari singoli accordi proprio grazie a un sistema di collegamenti tra le varie realtà istituzionali. A questo proposito, D’Agostino ha anche menzionato un sollecito della Corte dei Conti sullo stato di attuazione del Fondo complementare per i porti, in merito all’elettrificazione delle banchine.
«Gli interventi sulle banchine saranno importanti ma, una volta realizzato tutto quanto si intendere realizzare, il porto consumerà più che l’intera città di Trieste. Come ho già avuto modo di dire in altre occasioni, bisogna quindi pensare a un Porto che non fa più solo il trasporto. Con l’Università di Trieste – ha continuato D’Agostino – abbiamo pensato a una rete elettrica “smart”, dove la singola nave potrà anche cedere energia e non solo riceverla. Il porto deve anche diventare qualcos’altro e quel qualcos’altro non deve avere una necessità energetica come quella che c’è adesso».
Durante il convengo è intervenuto anche l’assessore regionale alla Difesa dell’Ambiente, Fabio Scoccimarro: «L’elettrificazione dei porti – ha detto l’assessore – è il futuro, anche se probabilmente solo grazie alla realizzazione di comunità energetiche potremmo dire di essere giunti alla fine del percorso avviato in Friuli Venezia Giulia. Mi auguro che il Governo incentivi l’insediamento nel nostro Paese di realtà produttive che si occupino della produzione di pannelli fotovoltaici e batterie, così da non dipendere ancora una volta da un unico Stato estero per la fornitura di componenti indispensabili per il raggiungimento dell’autonomia energetica che stiamo ricercando».