TRIESTE – È stato siglato oggi alla Prefettura di Trieste il nuovo protocollo d’intesa in tema di sicurezza in ambito portuale.
Il documento modifica la versione del 2015, incorporando le revisioni già introdotte due anni fa e gli esiti degli approfondimenti definiti negli ultimi mesi. L’obiettivo resta quello di implementare le misure preventive per evitare incidenti e migliorare le condizioni di lavoro all’interno dello scalo.
In particolare, le modifiche che hanno avuto inizio nel 2022 hanno comportato l’estensione del controllo dei soggetti autorizzati in porto alle aree logistiche di FREEeste e Fernetti, il coordinamento tra RLSS del porto con gli RLST del comparto Edilizia, l’introduzione di un codice deontologico per gli RLSS, l’incorporazione della nuova procedura di intervento delle unità esterne di pronto soccorso nell’ambito dello scalo giuliano. Le innovazioni di quest’anno sono invece state definite al tavolo prefettizio riunitosi a seguito del tragico infortunio mortale accaduto a febbraio sulla banchina del terminal container.
«Si tratta di una firma importante – spiega il presidente dell’Autorità di sistema portuale, Zeno D’Agostino – perché ci sono vari elementi. Innanzitutto si ampia l’approccio anche all’Interporto e all’area di FreeEste. Valuteremo il comportamento soggetti autorizzati in porto anche al di fuori delle aree portuali. Il che non significa applicare pedissequamente il Protocollo, ma valutare ciò che viene fatto anche in questi casi».
«Un altro elemento – continua D’Agostino – riguarda l’avvio all’approccio alla certificazione di sicurezza non solo per gli Art. 18 (terminalisti, ndr) ma anche per gli Art. 16 (imprese autorizzate, ndr). E poi c’è l’elemento evidenziato dal Prefetto, grazie al quale si rende tutto il porto un unico ambiente di lavoro, che tra l’altro diventa alcohol-free, fornendo nel contempo altri elementi di forza a RLSS (Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza di Sito, ndr), anche in vista dei numerosi cantieri edili che si stanno per aprire nello scalo».
Oltre a tutte le attribuzioni e compiti affidati agli RLSS, sono introdotti anche i rispettivi codici di condotta e definite le modalità per comunicare con le altre Autorità che sottoscrivono il Protocollo d’Intesa. Sono sancite le modalità di comunicazione con le imprese e di gestione del riscontro alle segnalazioni promosse da parte dei lavoratori. Viene ribadita la necessità di coinvolgere i RLSS nelle più critiche attività di individuazione dei rischi interferenziali in ambito portuale.
Il porto diventa alcohol-free nell’intero comprensorio, spazi comuni inclusi, perchè “… è a tutti gli effetti un luogo di lavoro e come tale deve essere libero da persone che vi accedono in stato di ebbrezza o sotto effetto di sostanze psicotrope. L’alcol non può essere venduto, assunto o trasportato allo scopo dell’assunzione in ambito portuale” si legge in una nota dell’Authority.

Il video dell’Autorità di sistema portuale