TRIESTE – Un dialogo costante e un’ipotesi di collaborazione, nel rispetto dei ruoli che prevedono competizione commerciale.
I porti di Trieste e Capodistria “si parlano” con i rispettivi presidenti e valutano progetti comuni nel campo della produzione di energia elettrica con fonti alternative. Il presidente di Luka Koper, Boštjan Napast, è insediato da 8 mesi, più che sufficienti per farsi un’idea della società e del porto, dei punti di forza e dei problemi da risolvere. «Nei suoi 65 anni di esistenza, il porto di Capodistria è diventato uno dei sistemi portuali e logistici di maggior successo ed è tra i più competitivi in ​questa parte d’ Europa. Opera come una vera e propria azienda – spiega il presidente Napast – in quanto adatta il suo sviluppo alle esigenze e alle richieste dei suoi clienti e del mercato. La società Luka Koper ha anche il vantaggio di gestire l’intera area del porto, il che le fornisce una maggiore flessibilità è una risposta più immediata alle eventuali crisi. Il fatto di essere un porto che movimenta varie tipologie di merce, gli consente anche di rispondere più facilmente ai cambiamenti globali che di solito non influiscono su tutti i gruppi di merci contemporaneamente». D’altra parte, ribadisce Napast, la stessa Luka Koper ha il compito di finanziare tutti gli investimenti all’interno del porto, ovvero le infrastrutture e le attrezzature, quindi deve seguire un sistema commercialmente sostenibile e generare un profitto adeguato che le consenta di raggiungere i suoi obiettivi e allo stesso tempo adempiere alle aspettative degli azionisti. «Nei prossimi anni lo sviluppo del porto sarà condizionato dagli investimenti nell’infrastruttura portuale, dalla digitalizzazione dei sistemi e dall’aggiornamento dei processi operativi, dall’indipendenza energetica e dallo sviluppo sostenibile sul quale siamo molto attenti. Sarà inoltre indispensabile anche il collegamento ferroviario con l’entroterra e la nuova tratta Koper–Divaca» aggiunge il presidente di Luka Koper.

Ma come cambierà l’operatività e l’offerta del porto di Capodistria dopo l’entrata in funzione del nuovo tratto ferroviario che lo collega a Divaccia? «Ad oggi nel porto di Capodistria il 60 % delle merci viene movimentato su rotaia. Questo dato ci indica come la ferrovia sia indispensabile e di vitale importanza per lo sviluppo futuro del porto. Con la nuova tratta ferroviaria Koper–Divaca la capacità sarà di due volte maggiore rispetto all’attuale. Lo stato sloveno sta inoltre sviluppando una tratta aggiuntiva – risponde Napast – poiché la tratta oggi in funzione non sarà più percorribile. È importante sottolineare anche gli sforzi e l’ impegno dello Stato che negli ultimi anni sta investendo molto nella modernizzazione delle rete ferroviaria per farla diventare il più percorribile e fluente».
Qualche anno fa, un famoso politico triestino parlava di coopetition (collaborazione-competizione) tra i porti di Trieste e Capodistria. È possibile, oppure è giusto che ci sia solo competizione? «Per molti versi i porti dell’Alto Adriatico condividono un destino molto simile. Nessuno di questi porti è così grande da poter gestire una nave di grandi dimensioni (mother vessel). Per questo “condividiamo” il collegamento diretto con l’Estremo oriente – sottolinea Napast – che è importantissimo per tutti noi. Condividiamo anche lo stesso mare il che ci porta a lavorare insieme per la salvaguardia dell’ambiente considerando anche altri campi come quello dell’energia e dei combustibili alternativi. Dall’altro campo è però anche vero che tra di noi c’è concorrenza, una concorrenza sana e positiva. Ognuno di noi lavora per migliorare i propri servizi e questo ci permetterà a lungo termine uno sviluppo di tutti i porti dell’Alto Adriatico, dal quale trarremmo vantaggio tutti. Se vogliamo competere con i sistemi molto più grandi del Nord Europa, dobbiamo assolutamente lavorare per ampliare la capacità di tutti i nostri porti senza trascurare anche i collegamenti via terra. Considerando la delocalizzazione e l’apertura di stabilimenti produttivi nella parte orientale e sudorientale dell’Europa, non dobbiamo temere per il futuro. Ci sarà abbastanza lavoro per tutti».

Nel frattempo, non è un segreto che lo stesso presidente Napast sia in stretto contatto con il presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico orientale, Zeno D’Agostino. Ma per discutere di quali argomenti? «Di molte cose. Soprattutto sulle opportunità di cooperazione. Attualmente stiamo sviluppando l’idea su come intraprendere una strada comune più sostenibile nel campo dell’energia, principalmente su come sostituire le fonti di energia fossile con fonti alternative come l’elettricità o l’idrogeno, che potrebbero essere utilizzate per i macchinari e per il rifornimento delle navi. Ho molto rispetto per il signor D’Agostino, è un vero professionista in questo campo. Ho seguito il suo lavoro – racconta Napast – ancor prima di arrivare nel porto di Capodistria, e posso dire che ha posto correttamente le basi per lo sviluppo del porto di Trieste. Ha compreso l’importanza dei collegamenti ferroviari e ha concentrato il suo lavoro su essi. Ad oggi sta già raccogliendo i frutti del suo lavoro. Lo invidio un po’ perché, come Autorità portuale, può beneficiare in modo molto più facile dei fondi europei, dove noi, come società, siamo più limitati e regolamentati».
Quindi dialogo tra i due maggiori porti del Nord Adriatico, ma anche una possibile collaborazione su un tema strategico come quello dell’energia. Un settore che, nei prossimi anni, potrebbe fare la differenza tra gli scali, sia per l’offerta di cold ironing che per la competitività sui costi. Il porto di Capodistria, intanto, procede con il suo piano di investimenti, che prevede novità anche nei prossimi mesi. «Qualche settimana fa abbiamo completato i lavori di allungamento della parte sud del Molo I che ci permetterà di ampliare la capacità del terminal contenitori e ci stiamo già preparando per l’ allungamento della parte nord. Quest’anno – conferma il presidente Napast – inizieranno anche i lavori di costruzione per un nuovo magazzino per merci varie, del nuovo parcheggio per i camion nella zona esterna del porto e amplieremo le aree per lo stoccaggio delle automobili».