TRIESTE – L’Autorità portuale di Trieste ha affidato i lavori per la progettazione e la realizzazione del cold ironing al terminal container del Molo VII.
Gli spazi gestiti da Trieste marine terminal saranno dunque interessati dal lavori per 5,7 milioni di euro (valore dell’appalto), che presto si sommeranno a quelli di manutenzione del molo, entrambi finanziati dal Fondo complementare al Pnrr.
L’elettrificazione delle banchine è stata affidata ad un consorzio tra la friulana I.CO.P. spa Società benefit (già impegnata alla Piattaforma logistica e ora all’ex Ferriera), la Nidec ASI spa (Cinisello Balsamo), la triestina Step impianti srl e la Ceisis spa Sistemi Impiantistici Integrati di Genova.
Non è stata ancora definita la data di inizio dei lavori (si stanno studiando interventi che limitino al massimo l’intralcio all’operatività del terminal) i quali, una volta portati a termine, consentiranno di rendere il sistema utilizzabile da subito, considerato che la capacità di rifornire di energia elettrica le banchine del porto commerciale è già sufficiente, a differenza di quanto ancora allo studio per le navi da crociera in centro città.
A quel punto, la questione si sposterà sulle tariffe che si sarà in grado di offrire alle navi che abitualmente scalano il terminal. Il Governo ha già provveduto ad un decreto che modificherà la legge di Bilancio e consentirà alle Autorità portuali di partecipare (con incentivi) alle società che erogano energia elettrica. Il tutto, senza incorrere nelle temute sanzioni per “aiuti di Stato” da parte dell’UE, considerato che il “cold ironing” ha avuto il riconoscimento di “servizio di interesse economico generale”.
Per Trieste una questione di fondamentale importanza perché, al momento, alle navi conviene tenere i motori accesi e l’Authority non può imporre alcunché in questo senso, pena vedersi scappare i bastimenti verso Capodistria e Fiume.
Risolto questo problema, ne resterà un altro. Quante delle navi che le compagnie di navigazione hanno destinato ai servizi su Trieste sono già dotate del sistema che permette loto di rifornirsi di energia in banchina? La domanda non ha, ad oggi, una risposta precisa.
Resta sullo sfondo l’impegno, piuttosto celere, che l’Authority e gli altri soggetti interessati hanno messo in campo per venire in contro alle esigenze della popolazione residente in tema di inquinamento ambientale. A breve il porto di Trieste, e a seguire quelli di Monfalcone e Porto Nogaro, saranno in grado di offrire questa opportunità alle navi.