TRIESTE – L’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale riceverà 4 milioni di euro dal Ministero dell’Università e della Ricerca per l’ammodernamento della ‘Laura Bassi’, unica nave rompighiaccio italiana per la ricerca oceanografica.
L’intervento punta a estendere la vita operativa del mezzo, migliorandone sicurezza e capacità scientifiche.
L’assegnazione rientra nella nuova annualità del Fondo per l’edilizia e le infrastrutture di ricerca, che per il 2025 prevede una dotazione complessiva di 94 milioni di euro. Il decreto firmato dalla ministra Anna Maria Bernini stabilisce la ripartizione delle risorse tra gli Enti di Ricerca. All’OGS, con sede a Trieste, sono destinati 4 milioni per un primo pacchetto di interventi a bordo della nave oceanografica.
La “Laura Bassi”, attualmente l’unico mezzo nazionale capace di operare sia in Antartide sia in Artico, rappresenta un’infrastruttura scientifica strategica per lo studio delle aree polari e oceaniche. Il piano prevede il rinnovo di impianti tecnici fondamentali per la ricerca, interventi su alloggi e strutture a poppa, il miglioramento delle condizioni di vita e lavoro a bordo e un rafforzamento complessivo della sicurezza in navigazione.
«Con questo importante finanziamento, il Ministero garantisce l’investimento nel futuro della ricerca marina, rafforzando la presenza scientifica dell’Italia nella scena internazionale soprattutto per quanto riguarda le aree polari. L’intervento garantirà, infatti, alla nave una vita operativa di almeno altri vent’anni, aumentando efficienza, sicurezza e sostenibilità» ha spiegato dichiara Nicola Casagli, presidente dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale.
«L’investimento rafforza la nostra presenza nella scienza polare e valorizza l’eccellenza della cantieristica italiana. La Laura Bassi, che ha appena concluso la sua ultima missione nell’ambito del Programma nazionale di ricerche in Antartide, continuerà a essere uno strumento fondamentale per affrontare le grandi sfide ambientali del nostro tempo, in linea con gli obiettivi del Decennio delle Nazioni Unite per la Scienza del Mare» ha concluso Casagli.