TRIESTE – C’è anche il progetto per il nuovo terminal container di Montesyndial nella lista dei Commissari che il Governo ha tramesso al Parlamento nell’ambito del decreto “Sblocca cantieri”.
Ne dà notizia il Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini. Si tratta del progetto sulle aree industriali dismesse di Montefibre e Syndial a Porto Marghera, per il quale – di recente – il Fondo complementare per i porti ha messo a disposizione poco più di 35,1 milioni di euro. In realtà, la realizzazione del terminal container, in collegamento con il progetto off-shore ancora lontano dall’essere progettato, rientra nella nella cosiddetta Legge Obiettivo. Lo stanziamento risulta quindi un’Integrazione a quanto che già a disposizione (in totale si arriva a circa 200 milioni). Un’ipotesi ancora sul tavolo, riguarda lo spostamento degli attuali terminal container, riservando maggiore spazio a disposizione delle attività.
La lista licenziata oggi dal Governo riguarda 15 nuove opere pubbliche complesse da commissariare (per un valore di 3,1 miliardi di euro). Con questa proposta si conclude la fase dei commissariamenti prevista dal decreto legge cosiddetto ‘Sblocca cantieri’ (Dl n. 32/2019 convertito nella legge n. 55/2019).Gli interventi, di cui la maggior parte è complementare a quelli già commissariati, sono stati individuati sulla base dei criteri previsti dalla normativa vigente. Si tratta di sei infrastrutture ferroviarie, tre stradali, due portuali, due interventi di edilizia statale, un intervento per infrastrutture idriche e uno per il trasporto rapido di massa.
Ieri, intanto, il Tribunale Fallimentare di Venezia ha approvato il piano di risanamento presentato dal Consorzio Venezia Nuova (CVN) lo scorso 28 febbraio, che costituisce il passaggio fondamentale per il superamento della profonda crisi finanziaria in cui versava e per la ripresa dei lavori di completamento del MoSE.
«Si è risolta positivamente la procedura che ha interessato il Consorzio, concessionario del Mims per la realizzazione degli interventi per la salvaguardia di Venezia e della sua laguna, evitandone il fallimento», ha commentato il Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini. «Ora potranno riprendere i lavori per completare il MoSE, esempio di eccellenza non solo per Venezia ma per l’intero sistema Paese, che sarà in grado di mettere definitivamente in sicurezza dal fenomeno dell’acqua alta la città con il suo grande e unico patrimonio artistico, culturale e ambientale».
La definizione del piano di risanamento del CVN è stata possibile dopo l’accordo transattivo del 1 febbraio scorso tra il Provveditorato alle Opere Pubbliche del Triveneto del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili e il Consorzio, che aveva ottenuto il via libera dalla Corte dei Conti il 21 febbraio.Si delinea dunque il programma di completamento di tutte le opere finanziate in laguna attraverso un rinnovato cronoprogramma dei lavori di ultimazione delle barriere e delle conche, la loro messa in esercizio, nonché degli interventi paesaggistici e ambientali previsti nel Piano Europa, con la salvaguardia del sistema di imprese del CVN e dei posti di lavoro.