TRIESTE – Anno da record per il terminal container PSA Venice-Vecon che nel porto lagunare fa segnare un +39% dei Teu.
Sono stati 304.727 i Teu movimentati da Vecon al porto di Venezia, contro i 218.713 dell’anno precedente. Un aumento deciso, dovuto principalmente ad un cliente importante come Maersk, che ha dirottato i feeder di collegamento con il porto di Trieste che prima scalavano il TIV (Terminal intermodale Venezia).
Il traffico – che non andrà a modificare il totale complessivo dello scalo – è iniziato a febbraioi dell’anno scorso dopo alcuni mesi di trattativa commerciale.
PSA Italy chiude il 2022 con una crescita del 3% rispetto al 2021 in termini di Teu movimentati nel 2022 nei terminal di PSA Genova Pra’, di PSA Sech del bacino storico del porto ligure e PSA Vecon a Venezia.
«Dati positivi e confortanti, in linea con l’anno precedente, soprattutto se letti alla luce della flessione della domanda e dell’andamento dei noli container che ha caratterizzato la seconda metà del 2022 – commenta Roberto Ferrari, amministratore delegato di PSA Italy – . Abbiamo così raggiunto il nostro obiettivo di mettere a sistema i terminal genovesi, che hanno sottolineato la leadership a livello nazionale del porto di Genova. Grande soddisfazione anche per l’andamento di Vecon, strategico per l’area produttiva del nord-est italiano. La flessione dei volumi, che ha interessato in particolare il terminal di Sech, è principalmente figlia di alcune scelte strategiche dei global carrier dovute appunto all’andamento dei noli nella seconda metà dell’anno, che ha portato in molti casi ad una razionalizzazione dei servizi per contenere i costi e adeguarsi alle nuove condizioni di mercato. I terminal si devono adeguare a questi continui picchi e flessioni, che rendono difficile la gestione delle risorse e generano extra costi: le indicazioni per il 2023 che arrivano dall’economia globale non sono certamente confortanti, ma il nostro modello di business è solido e siamo pronti a far fronte anche a periodi di maggior turbolenza, come del resto è stato anche negli ultimi due anni, con pandemia e conflitto russo-ucraino che hanno impattato in modo dirompente su tutti i settori e quindi anche sull’andamento del trasporto containerizzato e dei rispettivi terminal».