TRIESTE – È stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il Decreto 2 maggio 2024 del ministero Infrastrutture e trasporti con l’approvazione del modello di DCI con dichiarazione sostitutiva di atto notorio per l’attestazione del possesso e della nazionalità italiana dei natanti da diporto che navigano in acque territoriali straniere.
Si tratta di un notevole passo in avanti, che però non risolve la questione innescata dai divieti di Slovenia e Croazia per le imbarcazioni non immatricolate (fatte salve le proroghe della stagione entrante), in quanto resta necessario un riconoscimento del nuovo certificato.
I proprietari italiani di natanti, durante la navigazione in acque territoriali straniere, grazie alla modifica normativa, potranno attestare il possesso, la nazionalità e i dati tecnici dell’unità attraverso la dichiarazione di costruzione o importazione, corredata della dichiarazione sostitutiva di atto notorio, autenticata da uno sportello telematico dell’automobilista (STA), che attesti il possesso e la nazionalità del natante, rilasciata conformemente al modello appena emanato. La documentazione di cui al presente comma deve essere tenuta a bordo.

Al fine di sostenere il mercato dei “natanti” (scafi minori di 10 metri per i quali non è prevista l’immatricolazione obbligatoria), è stata infatti definita la documentazione che li abiliterà alla navigazione nelle acque territoriali di altri Paesi UE. In particolare Croazia, Slovenia, Grecia e non solo, che dalla prossima estate sarebbero state precluse ai “non targati”, ai quali sarebbe stata richiesta l’immatricolazione con tutti gli oneri che questa comporta.
Sarà invece l’attestazione dei dati tecnici dell’unità (DCI – Dichiarazione di Costruzione o Importazione), unitamente a una dichiarazione di possesso del proprietario autenticata dagli Sportelli telematici dell’automobilista (STA), a poter essere presentata alle autorità degli altri Stati UE al fine di attestare il possesso, la nazionalità e le caratteristiche della stessa.
“L’introduzione di questa misura porterà un duplice vantaggio: eviterà l’alternativa dell’immatricolazione presso Paesi come Croazia, Slovenia, Grecia e non solo, le cui acque territoriali dalla prossima estate sarebbero state precluse ai “non targati”, ai quali sarebbe stata richiesta l’immatricolazione con tutti gli oneri che questa comporta e il conseguente versamento dell’IVA presso di loro” scrive Confindustria nautica in una nota.
In realtà, come spiega il vicepresidente nazionale di Assonautica, Roberto De Gioia, saranno necessari ulteriori atti da parte di Slovenia e Croazia, per venire incontro alle centinaia di imbarcazioni che oggni anno si riversano lungo le coste orientali dell’Adriatico, provenienti da Veneto e Friuli Venezia Giulia.
«Si tratta senz’altro di un passo in avanti. Assonautica ha portato avanti il discorso e nei prossimi mesi si farà un incontro con le istituzioni in Slovenia – anticipa De Gioia – per affrontare la questione. Sarà però necessario che Slovenia e Croazia riconoscano il nostro documento. Anche per questo, abbiamo sollecitato un incontro a livello governativo».