TRIESTE – Una sola gara per due porti e poche certezza per il lavoro. Questi i motivi che hanno scatenato i tre giorni di sciopero – oggi il primo dei tre – al porto di Venezia.
A proclamarli Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti per gli addetti della Compagnia dei lavoratori portuali (circa 150 persone), impegnata negli scali di Porto Marghera e di Chioggia. Si tratta del soggetto autorizzato per i picchi di lavoro, in base all’Art. 17 della Legge 84 del 1994, da poco oggetto di un bando di gara che secondo i sindacati non è adeguato alla situazione dei due scali. Per la prima volta, infatti, il bando sarà unico per i due porti, con la conseguente eliminazione di una delle due imprese oggi operanti (Nuova Compagnia lavoratori portuali a Venezia-Porto Marghera e Serviport a Chioggia). La Serviport non ha aderito allo sciopero.
Secondo i sindacati, il contenuto del bando – che prevede due anni con possibilità di proroga per ulteriori due (quattro in totale, cioè la metà della durata attuale) – limiterebbe la stabilità del lavoro, le innovazioni organizzative, gli investimenti formativi e strumentali. Inoltre, la richiesta della polivalenza (stiva, banchina, gru)
comporterebbe una maggiorazione dei rischi e un abbassamento delle tutele per i lavoratori.
«L’Autorità ha avviato fin da subito, riconoscendo l’importanza del tema, un percorso di confronto con organizzazioni sindacali, terminalisti e compagnie autorizzate ex art. 17, secondo una modalità di consultazione trasparente e allargata, già adottata anche in altre questioni aventi un respiro di sistema portuale, ad esempio per il Piano Operativo Triennale e per il Regolamento concessioni. Il tavolo, quindi, è aperto, lo è stato fin dall’inizio e lo sarà fino alla pubblicazione del bando: questo è il nostro modo di costruire le politiche portuali» ha dichiarato il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale, Fulvio Lino Di Blasio.
«Gli strumenti di protesta cui hanno fatto ricorso le organizzazioni sindacali, subito dopo la prima riunione del percorso di confronto, con la dichiarazione di stato di agitazione e sciopero, appaiono, pertanto, fuori scala nella durata temporale di 3 giorni e non collegati alla richiesta di apertura di un tavolo, che infatti era già stato avviato dall’AdSP con tutte le parti in causa» ha proseguito Di Blasio.
«Il nostro intento – ha concluso il presidente dell’Authority – è lavorare per la sicurezza dei lavoratori, per dare prospettive al lavoro portuale e per giungere ad avere un servizio ex art. 17 che garantisca un’organizzazione del lavoro portuale in linea con le esigenze di efficienza di un porto moderno e basata su una sana e corretta gestione finanziaria. Siamo consapevoli del valore identitario delle due compagnie, di Venezia e Chioggia, e del sistema valoriale che discende da anni di lavoro sulle nostre banchine e sulle nostre navi: si tratta di aspetti che non sono in discussione. Detto ciò, sono sicuro che la via del dialogo resti la strada migliore per costruire insieme un servizio che garantisca lavoro, sicurezza e competitività dei nostri scali».