TRIESTE – Politica divisa e RFI pronta a ritirare la proposta di progetto. E’ questa la situazione riguardo l’ipotesi (già valutata negli anni scorsi) di scavare una galleria che immetta i treni nell’ultimo tratto di ferrovia verso il porto di Trieste.Se ne riparlerà entro due settimane in Commissione regionale, dopo il rinvio di questo ed atri temi, trattati nei giorni scorsi nella stessa sede. Ma cosa significa per il traffico merci la realizzazione di questa nuova tratta?
Il porto di Trieste vuole arrivare, nei prossimi anni, ad una capacità massima di circa 25mila treni. Uno dei colli di bottiglia è rappresentato proprio dal tratto fra il Bivio San Polo (Ronchi dei legionari) e il Bivio di Aurisina. Su quel tratto convergono le linee merci da Opicina e dal porto di Trieste. Oggi ci sono 2 binari, ma se il traffico aumenta, si rischia che manchi lo spazio per nuove tracce. Lo scenario però, anche considerati nuovi possibili terminal come lo sviluppo della Piattaforma logistica (primo lotto del Molo VIII) e il terminal ungherese nell’area ex Aquila, è quello di una prospettiva a 15-17 anni. Per i prossimi 10 anni, non ci dovrebbero essere problemi di intasamenti, anche considerando il fatto che, a conclusione dei lavori oggi già in corso su altri tratti delle infrastrutture, si potranno allestire treni lunghi 750 metri. Il che consentirebbe di contenere il numero di convogli. Oggi Rfi si accinge ad una prima valutazione dell’opera, ma non è detto che se il clima politico dovesse confermarsi ostile, faccia un passo indietro.
Un primo studio era già stato eseguito e bocciato dal Ministero competente negli anni scorsi (con la precedente amministrazione regionale). La soluzione meno impattante prevede appunto di arrivare in galleria fino ad Aurisina e non fino a Trieste come da prima ipotesi. Nei prossimi giorni (dopo l’audizione in Regione) verrà deciso se dare inizio allo studio di fattibilità economica: servono sondaggi per avere elementi più precisi quali l’ipotetica profondità della galleria, la presenza di grotte e altro ancora.
Nel frattempo procede il potenziamento della tratta fra Mestre e Trieste, scelta alternativa alla realizzazione dell’Alta velocità per il medesimo tragitto. Ma la rinuncia all’Alta velocità è definitiva? In realtà l’attuale amministrazione regionale ha lasciato intendere di voler rivalutare l’ipotesi. In caso si decidesse di riparlarne, quadruplicare la linea (necessario per i treni veloci) consentirebbe di creare nuovo “spazio” anche per il traffico merci, oltre a procurare uno sfogo in caso di guasti. Lo stesso progetto della galleria Ronchi-Aurisina sarebbe propedeutico all’Alta velocità.
Con il porto che cresce e un sistema logistico regionale in fase di sviluppo, il futuro dei collegamenti ferroviari è ora in mano alla politica del territorio. A iniziare dalla prossima audizione in Consiglio regionale.