TRIESTE – Il nuovo Scoglio Olivi, la rifondata “Uljanik Brodogradnja 1856” di Pola, ci riprova. È stata fissata per il 21 agosto 2023 una nuova asta pubblica di vendita del cantiere navale, con una base pari a 13,8 milioni euro.
Vendere è necessario anche in considerazione del fatto che la liquidità è minacciata da mesi e le commesse praticamente inesistenti. La base d’asta risulta così dimezzata rispetto alle richieste di un anno fa. Alla gara internazionale iniziale, la stima della quota di maggioranza del 54,77% del cantiere di Pola valeva quasi quattro milioni di euro in meno rispetto al valore nominale della quota d’affari.
Nonostante il prezzo in ribasso, restano scarse le speranze che la realtà economica di Pola possa decollare. Per mantenere lo status quo, secondo alcuni media croati, sarebbe necessario immettere valuta fresca per un valore di 12-13 milioni di euro. A ciò va aggiunto il fatto che le perdite accumulate da Uljanik 1856 negli ultimi tre anni sono di quasi 10 milioni di euro, vale a dire quasi un terzo della ricapitalizzazione dell’azienda alla quale era stata offerta l’opportunità di un nuovo inizio con il sostegno del Governo.
Il 18 agosto si saprà se sarà possibile procedere all’asta. A maggio era andata deserta quella con base stabilita a 20,7 milioni di euro. Una delle condizioni necessarie per poter partecipare alla gara del 21 agosto è il deposito di un acconto di due milioni di euro. Le altre, come da prassi, sono le seguenti: che la società sia in attività da almeno tre anni; che non siano state avviate procedure fallimentari o pre-fallimentari negli ultimi due anni; che non vi siano imposte a pagare e altri doveri stabiliti dal diritto pubblico nei confronti dello Stato croato; va allegata una dichiarazione vincolante che l’attività di costruzione navale sarà mantenuta nell’Arsenale di Pola.
Scontenti, com’è comprensibile, i rappresentanti dei lavoratori che accusano lo Stato di aver dilatato troppo i tempi e di non aver correttamente considerato l’offerta della ceca CE Industries Jaroslav Strnad, che nello scorso autunno era pronta ad acquistare la quota di maggioranza in Uljanik 1856 mettendo sul piatto 20,57 milioni di euro.