TRIESTE – È andata deserta anche la terza asta per tentare di vendere il cantiere navale Scoglio Olivi (Uljanik) di Pola, in Croazia.
La quota di maggioranza del 54,77% di Uljanik Brodogradnja 1856, la società che dovrebbe provvedere al rilancio della struttura era stata messa in vendita dai creditori, tra i quali figura tra i primi lo Stato croato.
Stavolta, la cifra fissata era di 13,8 milioni di euro, dopo il tentativo di maggio a 20,7 milioni di euro. Ma anche dopo che lo Stato croato si era rifiutato di accettare un’offerta diretta da parte di CE Industries (società ceca che si sta comprando parte del porto di Fiume) a 20,57 milioni.
Sulla gara internazionale andata deserta nei giorni scorsi c’erano in realtà poche speranze, considerata la situazione dello storico cantiere nel quale, secondo i calcoli di alcuni media croati, sarebbe necessario immettere valuta fresca per un valore di 12-13 milioni di euro. A ciò va aggiunto il fatto che le perdite accumulate negli ultimi tre anni sono di quasi 10 milioni di euro, quasi un terzo della ricapitalizzazione dell’azienda alla quale era stata offerta l’opportunità di un nuovo inizio con il sostegno del Governo.
Condizioni necessarie per poter partecipare alla gara del 21 agosto erano il deposito di un acconto di due milioni di euro, società in attività da almeno tre anni e senza procedure fallimentari o prefallimentari negli ultimi due anni, niente imposte a pagare e altri doveri stabiliti dal diritto pubblico nei confronti dello Stato croato, nonché una dichiarazione vincolante che l’attività di costruzione navale sarebbe stata mantenuta nell’Arsenale di Pola.
Già prima dell’ultima asta si era registrato il disappunto dei rappresentanti dei lavoratori, che accusano lo Stato di aver dilatato troppo i tempi e di non aver correttamente considerato l’offerta della ceca CE Industries.