TRIESTE – È attiva da Venezia la piattaforma web AcqueraPro, che mette a disposizione in tempo reale a comandanti e passeggeri di mega e maxi yacht, la gamma di servizi che spesso si perdono in un dedalo di norme e offerte.
Superata la fase di sperimentazione, la piattaforma (scaricabile come app ma con accesso a pagamento) è utilizzabile non solo sul laptop ma anche sui telefonini, da chi viaggia e conduce i mega yacht. AcqueraPro mette in rete 140 porti (in un secondo momento verranno implementati), ovvero la quasi totalità degli scali significativi del Mediterraneo. Porti nei quali, attraverso un’informazione diretta e non mediata, i comandanti, gli armatori e gli ospiti dei mega yacht sono posti al riparo da sorprese negative. Possono conoscere in anticipo gli accosti e i posti in banchina disponibili, la loro posizione precisa, la tariffa, inclusa quella di tutti i servizi, dall’ormeggio al costo del carburante; sempre in modalità pressoché automatica possono svolgere le procedure doganali, compilare i differenti formulari ed evitare la consueta corsa a ostacoli fra normative, regole, codici differenti l’uno dall’altro.
Alle informazioni tecniche in piattaforma si sommano anche quelle relative ai servizi ancillari, autisti, elicotteri, aerei privati, ma anche ristoranti stellati suggeriti e la possibilità di prenotare il tutto in diretta.
«Si potrebbe affermare – sottolinea Stefano Tositti, Ceo del gruppo veneziano Acquera – che con AcqueraPro è disponibile il primo “portolano-web”, una guida operativa e pratica per i comandanti delle grandi imbarcazioni extra lusso che navigano in Mediterraneo, ma anche per i proprietari degli yacht o i loro ospiti».
Lo stesso Tositti spiega poi che si profila già un’estensione anche ad altre aree geografiche (Medio Oriente o Caraibi), dove la piattaforma web fornirà in anticipo tutte le risposte, azzerando anche «… quelle forme di sfruttamento locale del turismo di alta fascia che spesso si traducono in un divorzio traumatico fra la grande nautica e porti di scalo ritenuti non affidabili per qualità, costo e coerenza dei servizi offerti» – conclude Tositti.