TRIESTE – Dopo la decisione del governo di impedire, a partire dal 1 agosto, l’accesso alle grandi navi da crociera del bacino San Marco a Venezia, Trieste si candida come una delle mete alternative, almeno per una parte dell’attività crocieristica. Nel frattempo però, come era facilmente prevedibile, a Venezia aumentano i malumori per una decisione che inciderà pesantemente sul settore, almeno per quanto riguarda il breve termine. La soluzione di spostare le navi a Marghera, infatti, non è praticabile in tempi stretti anche se il governo ha previsto un cospicuo finanziamento per adeguare le banchine (circa 157 milioni di euro).
Venezia Terminal Passeggeri (Vtp) ha parlato di cancellazione arbitraria della “possibilità di utilizzo del terminal di Marittima in concessione a Vtp fino al 2025″. La direzione italiana di Clia (l’associazione internazionale delle compagnie crocieristiche) dà un giudizio positivo della decisione governativa, ma ne sottolinea l’ immediatezza e quindi gli inevitabili impatti negativi, sperando nell’efficacia delle misure compensative.
Confetra Nord Est parla di enormi rischi per l’intero settore delle crociere a Venezia, mentre le compagnie Royal Caribbean e Norwegian Cruise Line, così come le più “piccole” Viking, Azamara e Silversea hanno già fatto sapere di non voler usufruire di Marghera come approdo alternativo a Venezia, abbandonando di fatto la destinazione.
A Trieste e a Monfalcone, intanto, le banchine sono già pronte per accogliere le grandi navi da crociera che non possono più ormeggiare a Venezia. Lo scorso weekend è andata bene la prova generale di quelli che potrebbero essere i fine settimana della stagione crocieristica in corso, con cinque navi in 48 ore e la possibilità che nel mese di agosto ci si trovi a gestire fino a 20.000 passeggeri nelle due giornate fra Trieste Monfalcone. Trieste in particolare, che è già homeport di MSC e Costa, deve ancora sperimentare l’ormeggio al Porto Vecchio. Un esperimento saltato nei due weekend appena passati, a causa del vento di bora. Proprio un nuovo terminal al Porto Vecchio potrebbe però rappresentare l’espansione futura del settore crocieristico nel capoluogo del Friuli Venezia Giulia. A Monfalcone, invece, nelle scorse settimane si è discusso di possibili interferenze tra l’arrivo delle “navi bianche” e l’attività commerciale del porto, considerato che la banchina è la stessa. Entrambe le città devono quindi risolvere alcuni dettagli, ma tutto lascia pensare che diventeranno punti di riferimento per le crociere, nel Nord Adriatico.