TRIESTE – Autamarocchi continua ad espandersi e, legata alla crescita dei porti nel Nord Adriatico, si evidenzia la necessità di una nuova sede nell’area industriale di Trieste.
Il progetto è praticamente pronto e il nuovo edificio sorgerà a breve distanza dalla sede attuale. Ma non sarà solo questa la novità per il 2022. Autamarocchi, infatti, ha in programma anche importanti investimenti immateriali con l’apertura di filiali o società in Polonia e Germania, a consolidare la crescita su quei mercati. Recente, invece, la sede di in Turchia a Istanbul.
Sembra quasi un ritorno alle origini, anche se Trieste è sempre stata centrale nella vita di Autamarocchi, che in questi anni si è espansa in tutta Europa, mantenendo il cuore nel capoluogo del Friuli Venezia Giulia.
L’azienda conta ormai circa 1000 dipendenti, di cui 710 autisti. Le altre posizioni comprendono direzione, impiegati, tecnici, meccanici, carrellisti ma anche le figure “corporate” e quindi amministrazione e finanza, gestione risorse umane, Information technology, brokerage e servizi interni. A Trieste, dov’è centralizzata la direzione dell’azienda e di tutti i business si sviluppano oltre 300 posti di lavoro.
Oggi per un azienda cresciuta in maniera importante all’estero, la location originaria pesa molto più di quanto non fosse 10 anni fa, sia in termini di business che di occupazione. Lo sviluppo degli ultimi anni è ovviamente connesso alla crescita del traffico container nei porti (sia Trieste che Capodistria) del Nord Adriatico e quindi dell’indotto (spedizionieri, doganalisti, trasportatori, imprese ferroviarie, operatori multitrasporto, imprese di manutenzione).
Autamarocchi è oggi il primo trasportatore di container in Slovenia, mentre continua a crescere il bacino di utenza del Nord Adriatico, in particolare Austria e Ungheria. Da ricordare che oggi Autamarocchi – grazie all’aumento costante del traffico Ro-Ro è diventata il riferimento per il mercato Italiano e le aziende industriali che operano in Turchia. Un’opportunità, legata anche alla crescita della produzione industriale e dei trasporti a lungo raggio in tutta Europa, che ha consentito all’azienda di sviluppare la nuova area di business del “combinato marittimo”, appunto per il traffico con Turchia e Grecia.
Nelle scorse settimane, infine, la notizia del via libera all’investimento nell’Interporto di Portogruaro.