TRIESTE – “Il capo del VI Reparto, sicurezza della navigazione, del Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto (ammiraglio Luigi Giardino, ndr) ha emesso una nota che stabilisce che per poter avere l’autorizzazione a fare autoproduzione le navi devono avere personale proprio che si dedica solo a quelle operazioni e non anche alla navigazione”.
Così scrivono i responsabili di ClpT (Coordinamento lavori portuali Trieste) in un post che introduce la lettera formalmente inviata all’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico orientale. L’organizzazione sindacale, specifica che si “devono avere rizzatori che fanno solo quello, segnalatori che fanno solo quello, gruisti che fanno solo i gruisti”. In caso contrario, le operazioni devono essere svolte da aziende autorizzate. “Visto che a quanto sappiamo a Trieste e Monfalcone l’autoproduzione le farebbero i marinai, abbiamo scritto all’Autorità portuale perché faccia rispettare tale decisione dell’organismo preposto alla sicurezza del Comando Generale delle Capitanerie di Porto. Attendiamo fiduciosi” chiudono i sindacati.
Nella lettera pubblicata online, si specificano i nomi delle aziende per le quali è richiesto un controllo. “Visto che a quanto ci risulta nel Porto di Trieste al terminal Samer i marinai dei traghetti durante le operazioni di sbarco e imbarco vengono adibiti anche alla mansione di segnalatore, che al terminal Tmt sulle navi BF Philipp e K Stream è il personale di bordo a svolgere le operazioni di rizzaggio e derizzaggio, che nel porto di Monfalcone sui traghetti Grimaldi che trasportano automobili e altri mezzi il rizzaggio e derizzaggio viene svolto da personale di bordo, mentre sulle navi che imbarcano yacht è il personale di bordo a provvedere ad issare le imbarcazioni, vi chiediamo di voler verificare se nei due porti da voi amministrati le operazioni in autoproduzione siano effettuate nel rispetto delle prescrizioni dell’Ammiraglio Giardino e a provvedere affinché tali prescrizioni vengano rispettate” si scrive nella lettera, indirizzata per conoscenza anche a Capitaneria di porto e aziende.
La questione era stata sollevata nei giorni scorsi dalla testata online ShippinItaly, in relazione ad un sollecito di un interpello (attivato dall’avvocato Francesco Rizzo), per conto della società cooperativa Pelagica nell’ambito di una querelle riguardante la pretesa di Caronte&Tourist di operare in autoproduzione a Lampedusa.
“Occorre rimarcare che il legislatore è intervenuto nel 2020 novellando la Legge n.84 del 28/01/1994 prevedendo, all’art. 4-bis, che la nave è autorizzata a svolgere le operazioni (portuali) in regime di autoproduzione a condizione che sia dotata di personale idoneo, aggiuntivo, rispetto all’organico della tabella di sicurezza ed esercizio della nave e dedicato esclusivamente allo svolgimento di tali operazioni” aveva scritto l’ammiraglio Giardino.