TRIESTE – La rete d’impresa per affrontare il nuovo mercato di trasporto, logistica e spedizione.
Questa la sintesi della proposta emersa oggi a Udine all’incontro di Confartigianato Trasporti Fvg, per individuare nuovi modelli d’impresa post Covid e nell’epoca del caro energia.
La logistica post Covid richiede requisiti di servizi diversi rispetto al passato, perché nei mesi di lockdown – ricorda Confartigianato – al trasportatore è stato chiesto di trovare sempre e comunque una soluzione e oggi gli ingredienti più importanti che deve possedere un operatore del trasporto “sono l’organizzazione e la resilienza, trovando la migliore soluzione disponibile al momento”. Ma quali possono essere, in termini concreti, le soluzioni da proporre?
«L’autotrasporto fino a qualche anno fa effettuava solo il semplice trasporto, mentre altri soggetti della filiera si sono organizzati su logistica, trasporto e spedizioni. Noi possiamo permetterci di fare solo trasporto? Dobbiamo pensare se è il caso di evolverci, possiamo permettercelo?» si chiede Rita Rapotez, presidente di Confartigianato trasporti Trieste.
Mantenere l’autonomia aziendale ma integrarsi in modo diverso, organizzando il trasporto con modelli diversi, sembra poter essere la formula da perseguire. «Offrire altro per gli autotrasportatori significa offrire più mezzi, orari più adattabili, tenere in custodia i mezzi pieni e consegnarli in tempi diversi» spiega Rapotez. «Per quanto ci riguarda, proprio perché operiamo all’interno di una realtà come il porto di Trieste, dovremmo essere i primi a capire che dobbiamo cambiare» conclude la presidente degli autotrasportatori triestini.
Secondo Confartigianato, oggi il mercato chiede alle imprese di trasporto molto di più del servizio che è racchiuso nel loro nome. Le aziende di tutti i settori richiedono, esplicitamente o implicitamente, una prestazione completa, che comprenda insieme al trasporto anche la logistica e la spedizione. La “verticalizzazione del processo” significa saper offrire al mercato una proposta completa, che copra tutto ciò che sta tra l’azienda produttrice e il destinatario. “Una sfida per le piccole e medie aziende artigiane, che possono affrontarla attraverso le reti di impresa, un modello per nuovi operatori in grado proprio di verticalizzare i processi mantenendo l’autonomia di ogni società”.
Sono questi gli scenari critici e la possibile soluzione per affrontarli, emersi oggi al confronto che il comparto regionale dell’autotrasporto di Confartigianato Fvg ha avuto con l’esperto del settore logistico, l’architetto Paolo Sartor, presenti il presidente di Confartigianato Fvg, Graziano Tilatti, e il capocategoria regionale, Stefano Adami. «È da anni, ormai, che stiamo affrontando contingenze sempre più difficili e complesse. Non vogliamo e non possiamo essere in balia degli eventi – ha considerato in premessa Adami -. La categoria ha avviato una riflessione per offrire a tutti opportunità di confronto che consentano di sviluppare un nuovo modello di business, efficiente, competitivo e remunerativo. La via delle alleanze strategiche pare essere quella che dà opportunità».
In un contesto complesso e fluido, ha fatto sintesi Sartor, la rete d’imprese consente «di incrementare il volume di traffico e il fatturato, di ridurre i costi per erogare i servizi, di migliorare e ampliare l’offerta, di fornire al cliente un servizio facile e fruibile orientato al concetto di door to door e con resa franco destinatario, di arginare il rischio di sudditanza da grandi player internazionali e allargare il ventaglio dei servizi offerti ai clienti, evitando di limitarsi alla gestione diretta di un singolo anello della catena logistica».
Il contratto di rete, in sintesi, «è una via per superare il nanismo logistico delle imprese e ampliare l’offerta di servizi, mantenendo la propria autonomia».
Accanto a ciò, è emerso nel corso dell’appuntamento, Confartigianato ritiene necessario ricalibrare con urgenza l’accisa sul gasolio professionale, anche perché “è in atto una speculazione sui prezzi alla pompa di difficile superamento nel breve termine, e dare dignità a una professione che è fattore essenziale per l’economia, come è stato dimostrato nel periodo più critico della pandemia”.