TRIESTE – Definito un nuovo programma integrato di interventi, per riconvertire ad uso portuale l’area dell’ex stabilimento siderurgico di Trieste.
“Un unicum” in Italia. Così Alessio Casci, direttore regionale del Demanio ha definito oggi a Trieste l’iter che ha portato alla permuta (tra l’Acciaieria Arvedi spa, Siderurgica Triestina s.r.l., I.CO.P. Spa e Logistica Giuliana srl da una parte; ministero dell’Economia e delle Finanze e l’Autorità di Sistema Portuale dall’altra), dell’area di proprietà privata dove si trovava l’impianto “a caldo”, con quella – di proprietà pubblica – sulla quale è attivo l’impianto “a freddo”.
La procedura che a luglio ha portato alla firma del contratto, infatti, è stata velocissima, se si considerano i tempi della burocrazia nazionale. Ferie saltate, riunioni e telefonate informali fuori orario, impegno a lavorare in anticipo sulle pratiche, in attesa del passaggio successivo. Questo genere di procedimento – mai messo in atto finora dal Demanio, ha specificato Casci – ha goduto fin da subito di una corsia preferenziale per salvare, con destinazione portuale, area industriale e posti di lavoro, che rischiavano invece di andare perduti o di subire ritardi irrecuperabili. «È anche grazie all’Accordo di programma del 2020 se abbiamo poi potuto usufruire dei fondi del Pnrr (Fondo complementare per i porti, ndr)» ha ricordato il presidente dell’Authority, Zeno D’Agostino. Sull’area verranno infatti realizzati un terminal ferroviario, una serie di interventi sulla viabilità autostradale e spazi da destinare alla banchina dalla quale prenderanno poi il via le successive fasi del Molo VIII, nuovo terminal container dello scalo.
L’estrema complessità del procedimento, a dispetto della velocità di esecuzione, è stata sottolineata oggi da tutti gli intervenuti, in occasione della conferenza stampa alla Prefettura di Trieste.
“Un’operazione di grande successo”, è stata definita oggi, che ha visto fortemente impegnata l’Agenzia del Demanio con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, in stretta collaborazione per il rapido perfezionamento del propedeutico procedimento di sdemanializzazione. Ad oggi proseguono le attività di bonifica, messa in sicurezza e recupero dell’area industriale siderurgica, ora demaniale. “Si tratta di uno dei progetti più importanti avviati in Italia che, in seguito allo spegnimento dell’area a caldo – uno degli ultimi altiforni presenti nel nostro Paese – punta alla conversione green dei siti industriali e alla realizzazione di una piattaforma logistica integrata, che prevede un nuovo snodo ferroviario e l’ampliamento della banchina portuale” recita una nota del Demanio.