TRIESTE – Situazione tesa oggi al porto di Monfalcone, dove il fumo dell’incendio sulle colline alle spalle dello scalo ha reso difficili le operazioni in banchina.
In mattinata ci sono stati contatti tra il sindaco Anna Maria Cisint e il segretario generale dell’Authority, Vittorio Torbianelli, circa la possibilità di impedire le operazioni portuali a causa dell’elevato tasso di inquinamento da PM10. Nessuna decisione ufficiale è stata presa, mentre a far fede era l’ordinanza (ovviamente valida solo sulle aree pubbliche) emessa dal Comune che obbligava l’utilizzo della mascherina Ffp2 all’esterno degli edifici. Alcune im prese hanno continuato ad operare in banchina, mentre altre hanno sospso gli interventi e altre ancora lavoravano a ranghi ridotti.
Finché nel pomeriggio è arrivato l’invito della segreteria territoriale della FilT-Cgil che invitava i lavoratori ancora presenti a tornarsene a casa. “A seguito dello stato di emergenza che attraversa tutto il territorio isontino, dei dati ufficiali dell’ARPA sui livelli di PM10 che sono alquanto preoccupanti e decine di volte superiori alla normalità e la decisione di alcune aziende di proseguire con le operazioni portuali a prescindere dalla situazione contingente la scrivente Segreteria Territoriale invita tutti i lavoratori come segue: La situazione contingente in Porto di Monfalcone non garantisce ai lavoratori l’incolumità come previsto dal Dlgs. 81, pertanto si invitano i lavoratori a rientrare immediatamente alle proprie abitazioni”. Questa la comunicazione dei sindacati, anche se la preoccupazione si fa più intensa per le ore serali e la nottata, quando la bassa pressione potrebbe favorire un ristagno dei fumi provenienti dall’incendio che, nel corso della giornata ha purtroppo ripreso vigore.