TRIESTE – Il Tar del Veneto ha bocciato cinque ricorsi, quattro dei quali riuniti in un’unica sentenza, presentati da Costa Bioenergie (Gruppo Socogas) per la realizzazione di un impianto GPL nel porto di Chioggia.
Il deposito, sostanzialmente al termine della fase realizzativa, potrebbe stoccare fino a 9000 metri cubi i tre diversi serbatoti tumulati a Val del Rio. I quattro ricorsi della prima sentenza erano stati proposti nel 2020 chiamando in causa, a vario titolo, L’Autorità portuale di Venezia, i ministeri dello Sviluppo economico, delle Infrastrutture e dei trasporti, della Transizione ecologica e della Cultura.
Costa Bioenergie, che sostiene di avere speso finora 40 milioni di euro per la costruzione dei depositi, chiedeva – tra gi altri motivi dei ricorsi – anche il riconoscimento dell’incostituzionalità della legge che vieta i depositi nei siti Unesco. Altre richieste riguardavano poi il rifiuto dell’istanza di proroga per la conclusione dei lavori, il mancato collaudo della banchina e la mai ottenuta concessione.
Un altro ricorso, invece – dichiarato inammissibile con la seconda sentenza – era stato presentato contro il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e la Capitaneria di Porto di Chioggia. In questo caso Costa Bioenergie sosteneva che andassero annullate alcune note della Capitaneria aventi ad oggetto il collaudo della banchina demaniale di Punta Colombi e l’eventuale variante del Piano regolatore portuale per la disciplina delle navi gasiere, nonché un parere sulla disciplina normativa applicabile al traffico delle navi gasiere.