TRIESTE – Un semestre tutto sommato buono per l’Autostrada del mare fra Trieste e la Turchia, un occhio alle nuove opportunità dall’Egitto e il consolidamento delle altre attività.
Il Gruppo Samer mantiene gli ottimi livello degli scorsi anni al porto di Trieste, pur nell’attesa delle decisioni che i grossi player stanno rinviando all’autunno.
Enrico Samer, presidente e amministratore delegato Samer & Co. Shipping spa è soddisfatto dei primi sei mesi del 2023 per quanto visto per il traffico Ro-Ro lungo la direttrice con la Turchia.
«Dfsd e Ulusoy hanno movimentato circa 124mila mezzi pesanti nel primo semestre del 2023. Una leggera flessione ma una sostanziale stabilità rispetto al 2022 . Del resto, non dobbiamo dimenticarci che il 2021 era stato eccezionale grazie alla ripresa post pandemia. Crescono i mezzi nuovi e i container registrano un traffico invariato. Si tratta di dinamiche di mancata crescita che hanno riguardato un po’ tutti. La maggior parte delle decisioni sono state posticipate a livello di grossi player, verso settembre/ottobre. Il trend non è preoccupante, ma le questioni in corso sono infinite».
Quindi prospettive buone, nonostante alcune situazioni contingenti?
«La Turchia, nonostante tutto, va avanti bene. Stiamo trasportando proprio lì interi impianti industriali dalla Germania, e proseguono gli investimenti nonostante l’inflazione e il problema della lira turca».
Dal porto di Trieste si sta guardando a nuovi collegamenti Intramed e con il Nord Africa, dove sarebbero proprio i Ro-Ro ad essere protagonisti. «Si sta lavorando sull’ipotesi Egitto e siamo a buon punto. L’attesa madre è quella del bilaterale (tra Italia ed Egitto, ndr), perché i semitrailer con targa europea non hanno il permesso al transito. Una volta raggiunto un accordo, il collegamento costituirebbe un’autostrada del mare».
Il Gruppo Samer, nel frattempo, prosegue nelle sue molte attività (alcune delle quali lontane dal porto di Trieste) che annoverano la storica collaborazione con Redaelli (produzione di cavi d’acciaio), le celle frigorifere affittate alla Illy e la gestione di altre aree per la movimentazione di container e merci varie, tutto concentrato sul Canale navigabile di Zaule. Una novità, invece, riguarda la nautica da diporto. « In effetti abbiamo da poco iniziato una collaborazione – spiega Enrico Samer – con la Cnb di Ancona, che assemblerà mega yacht in uno dei nostri capannoni. Seadock (società del Gruppo, ndr) è stata coinvolta per l’affitto del capannone e l’assistenza nell’allestimento e nel trasferimento su banchina e chiatta e quindi il trasporto degli scafi».
Altre aree potrebbero essere dedicate a questo genere di attività, ma al momento non c’è nulla di concreto a riguardo.
Quella parte del porto di Trieste confina con i terreni che accoglieranno il futuro terminal ungherese di Adria Port. Un investimento interessante per il Gruppo Samer?
«Siamo interessati, si tratta di una possibilità in più, che contribuirà a valorizzare l’intera zona. Ci saranno più spazi e più banchine, oltre ai nuovi collegamenti ferroviari».
Nei giorni scorsi Timt (Gruppo Samer 45% e Ulusoy 55%) ha incassato il via libera per lo spostamento e la nuova concessione, con quali tempistiche? «Si sta per partire coi lavori, ma si sta definendo la viabilità con l’Autorità di sistema portuale. A breve gli interventi di manutenzione del molo e poi la definizione dei gate. Il terminal sarà operativo alla fine 2023 o all’inizio del 2024» conclude Samer.