TRIESTE – Vega Italia international car transport continua a crescere nel porto di Trieste e cerca il supporto delle istituzioni per continuare a farlo.
La società specializzata nel rendere intermodale ciò che, in teoria, non potrebbe essere caricato sul treno, prevede un aumento dei traffici e sta cercando di ampliare le proprie possibilità, oggi confinate all’Interporto di Trieste, in località Fernetti con 4 treni che ogni settimana vengono allestiti per il trasporto di motrici e automobili.
La società è titolare di un brevetto (r2L) che consente, attraverso apposite piattaforme, di caricare sui vagoni anche mezzi che in realtà non potrebbero viaggiare via ferrovia.
È intuitivo comprendere l’importanza di questo genere di soluzioni per ridurre il traffico su gomma e quindi rendere maggiormente sostenibili i trasporti.
«Il brevetto è nato nel 2016 anche per le esigenze di un cliente come Mercedes, per il quale trasportiamo 35-40mila autoveicoli ogni anno – spiega Herbert Salentinig, amministratore della Vega Italia ma anche “mente” del brevetto insieme al titolare del gruppo VEGA, Franz Blum – . Abbiamo diverse piattaforme che consentono di caricare i mezzi sui vagoni: una per i veicoli e una per i rimorchi».
Al Porto di Trieste, questo sistema di trasporto viene già utilizzato da DFDS che gestisce i Ro-Ro lungo l’Autostrada del mare con la Turchia, ma è in progetto anche un collaborazione con Adriafer, sempre con l’intenzione di liberare le strade dai camion, laddove possibile sulle lunghe tratte.
«Se supportati dalle istituzioni locali e maggiormente dall’Autorità portuale nel processo circolare della logistica, potremmo tranquillamente raddoppiare il nostro impegno qui a Trieste. Così non solo da creare nuovi posti di lavoro – sottolinea Herbert Salentinig – ma anche lustro al porto di Trieste per i clienti che portiamo qui da tutto il mondo».
A livello europeo, non mancano prospettive e progetti, sempre nel solco delle sostenibilità ambientale. «Queste piattaforme sono nate perché il 95% dei rimorchi non possono essere sollevati tramite gru. L’idea era quella di risparmiare sulle emissioni di CO2. Il sistema doveva essere più semplice possibile in modo che qualunque terminal potesse utilizzare la piattaforma. L’obiettivo è quello di poter fornire questo servizio al 90% dei rimorchi. Del resto – spiega ancora Salentinig – siamo specializzati anche per i rimorchi speciali e il liquid bulk, considerando che le tempistiche di movimentazione per i non caricabili sono le stesse che per i caricabili. Oggi stiamo guidando il mercato europeo, ci sono anche altri sistemi, ma sono più complessi. Le nostre piattaforme posso restare sui carri senza doverli spostare e quindi si possono utilizzare i vagoni anche per altri trasporti, come i container».
Traguardando ad un futuro dove la Germania ha deciso di aumentare le tasse del trasporto su gomma e l’ipotesi di camion elettrici Vega International Car Transport & Logistic sta per iniziare una collaborazione in Spagna per Iveco, con il progetto di espandersi in Polonia e Inghilterra. È allo studio anche un sistema di carica per veicoli elettrici direttamente sui vagoni. «Forse guardiamo troppo avanti ma verremo riconsiderati. Siamo già in grado di coprire tutta l’eventuale richiesta e la nuova generazione di piattaforme si adatta a tutte le ferrovie europee. Il problema – conclude Salentinig – è che il sistema ferroviario è “addormentato” in Germania. In Austria, Italia e Slovenia, invece, la ferrovia funziona».
Vega, oggi leader di mercato nel settore del trasporto di veicoli commerciali, è stata fondata nel 1990 ed ha il suo quartier generale a Salisburgo, dal quale si governa pianificazione e logistica necessarie a movimentare circa 60mila veicoli (MAN, Iveco, Mercedes e Volvo tra i clienti più in vista) ogni anno. Sono 11 le filiali attiva, la maggior parte delle quali in Europa, ma anche in Asia.
La filiale di Trieste è responsabile delle attività in Italia e nei Balcani, nonché delle spedizioni nell’area del Mediterraneo.