TRIESTE – Il numero di mezzi pesanti che ogni giorno interessa l’A4 Milano-Venezia è doppio rispetto a quello che corre sulla tratta Torino-Milano.
Sebbene rappresenti un indicatore molto empirico, i flussi di traffico dei Tir – secondo l’ultima analisi della Cgia di Mestre – confermano ciò che le statistiche economiche segnalano da tempo: Milano continua a essere la capitale economica e finanziaria del Paese, ma da qualche decennio il triangolo industriale del Paese è ruotato di 180 gradi.
Se il capoluogo regionale lombardo nel corso degli ultimi decenni ha rafforzato la sua centralità, gli altri due vertici – sempre secondo lo studio – non sono più Torino e Genova, ma Bologna e Venezia. Per numero di imprese, di lavoratori, di fatturato e di Pil non ci sono confronti; anche gli “spostamenti” delle merci su gomma confermano il “sorpasso”. Il vecchio triangolo più produttivo del Paese che poggiava sul Nordovest è stato “scalzato” dal nuovo che, adesso, parte da Milano e racchiude tutto il Nordest. Insomma, il baricentro del sistema produttivo italiano si è spostato a est, dove abbiamo un modello economico più avanzato in cui la manifattura, il terziario e la logistica tendono ad integrarsi e diventare un tutt’uno; con Milano, Bologna e anche Venezia sugli scudi.
Gli ultimi dati presentati dalle Autostrade Italiane in Concessione (AISCAT), spiegano che, nei primi 5 mesi del 2024, sulla Torino-Milano sono transitati 281,7 milioni di veicoli pesanti per chilometro; un dato di poco superiore a quello registrato sulla rete autostradale in gestione alla Concessioni Autostradali Venete (C.A.V.) che ha registrato il passaggio di 208 milioni di veicoli pesanti/Km. Nulla a che vedere, comunque, con i 696,2 milioni di veicoli pesanti per chilometro transitati lungo l’A4 Brescia-Padova. Segnaliamo, infine, che le Autostrade Alto Adriatico (ex Autovie Venete, vale a dire la Mestre-Trieste), sempre nei primi 5 mesi del 2024 ha registrato il passaggio di 366,4 milioni di veicoli pesanti per Km (vedi immagine in fondo al testo).
«Ovviamente – ha commentato il presidente della CGIA, Roberto Bottan – questi dati provocano anche degli effetti negativi: con tanti mezzi pesanti lungo le nostre strade e autostrade abbiamo più traffico, più ingorghi, più inquinamento e, purtroppo, anche più incidenti e decessi».
Almeno negli ultimi 25 anni, si è potuto osservare un lento declino del Nordovest e, per contro, una decisa crescita del Nordest trainata, in particolare, dal Veneto. La Città Metropolitana di Venezia ha quasi sempre mantenuto il passo delle province più industrializzate (come Verona e Vicenza), anche se nel 2024 dovrebbe aver registrato una crescita del valore aggiunto del +0,97%. A condizionare il dato medio sarebbe stata la forte contrazione registrata dall’export (-8,9%), causata dalla flessione delle vendite all’estero di aeromobili, calzature, coke e prodotti petroliferi raffinati. In ottimo spolvero, invece, le costruzioni che hanno subito un incremento del +8,3%. Nel 2025, invece, la crescita del valore aggiunto nella Città Metropolitana di Venezia dovrebbe attestarsi sul +0,6%; in frenata, come del resto tutta l’economia del Paese, ma nettamente superiore alle perfomance delle province piemontesi e liguri.