TRIESTE – È stato firmato nei giorni scorsi un Memorandum of understanding che porterà a realizzare un’autostrada quantistica lungo l’Oleodotto transalpino gestito da Siot a partire dal porto di Trieste.
Firmatari la SIOT (Gruppo TAL che nel porto di Trieste gestisce l’Oleodotto transalpino), Telsy (Gruppo TIM, specializzata nel campo della cybersecurity e supporto alla protezione di dati e comunicazioni sensibili) e Quantum Telecommunications Italy (QTI), la prima società italiana dedicata alla produzione di sistemi di Quantum Key Distribution, nata come spin-off dell’Istituto Nazionale di Ottica del CNR e partecipata da Telsy.
L’ambizioso traguardo finale sarà quello di realizzare un’autostrada quantistica lungo l’Oleodotto transalpino, per consentire alla SIOT e al porto di Trieste di collegarsi all’infrastruttura quantistica nazionale (la cosiddetta “Italian Quantum Backbone”, dorsale da Torino a Matera) che verrà ampliata nell’ambito del progetto europeo QUID, per la comunicazione dei dati verso l’Italia. Verso il Centro Europa, invece, sarà creato un sistema di trasmissione dati ad elevatissimi standard di sicurezza e con possibili estensioni del network per le comunicazioni con mezzi navali da/verso il porto. L’annuncio è stato dato durante un workshop in corso in questi giorni a Trieste.

Il porto di Trieste accelera dunque sulla cybersecurity. Il progetto sulla comunicazione quantistica applicata al settore dei trasporti e logistica diventa operativo e abbraccia nuovi partner del mondo imprenditoriale, dopo la sottoscrizione a luglio di una convenzione quadro tra Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale, SISSA, Università degli Studi di Trieste, AREA Science Park e CNR, che prevedeva la possibilità di creare partenariati ad hoc per lo sviluppo e l’implementazione di progetti pilota su catene logistiche di interesse per il sistema portuale dell’Adriatico Orientale.
Il Memorandum, in questo primo step, prevede la costituzione di un gruppo di lavoro e la definizione di un possibile modello per le attività da svolgere nell’ambito del test pilota, anche nell’ottica di renderle replicabili ed estendibili a contesti più ampi.
Il workshop organizzato dall’Autorità di Sistema Portuale è focalizzato sull’applicazione dei sistemi di crittografia quantistica (Quantum Key Distribution – QKD) alla logistica portuale. I protocolli QKD sono sistemi di cifratura che consentono una trasmissione sicura e non attaccabile di dati online. Ed è proprio l’estrema rilevanza di soluzioni in grado di permettere lo scambio di dati in modo totalmente protetto a diventare di importanza primaria anche per il funzionamento delle catene logistiche connesse al porto di Trieste, tanto più rilevanti considerata la dimensione internazionale dello scalo giuliano.
«Si tratta di un accordo che in qualche modo replica il modello Trieste: come il porto è riuscita a portare in fondo all’Adriatico le navi e raggiunge le varie destinazioni con con un network intermodale, la stessa cosa si vuole in qualche modo replicare a livello di cavi sottomarini. Chiaro che siamo in una fase embrionale e tutto questo studio viene sviluppato attraverso soggetti tecnologici che sono in grado di farlo» ha spiegato Zeno D’Agostino, presidente dell’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico orientale.
«Lo sviluppo della comunicazione quantistica rappresenta una grande opportunità per tutti i settori della nostra regione, che vede sul proprio territorio una concentrazione estremamente elevata di strutture ed enti di ricerca. L’obiettivo dell’amministrazione regionale è sempre stato quello di favorire la concretizzazione della ricerca a vantaggio del territorio – ha commentato l’assessore regionale alle Autonomie locali, Pierpaolo Roberti – e delle sue infrastrutture, come dimostra l’investimento di 800mila euro compiuto per sostenere il progetto Quantum Fvg dell’ateneo triestino che oggi sta trovando applicazioni concrete all’interno del Porto di Trieste».