TRIESTE – Il porto israeliano di Ashdod continua a operare nonostante i continui allarmi per i missili.
Circa il 10% dei lavoratori del porto è stato richiamato per servire nell’esercito, a causa della guerra in corso tra Israele e Hamas nella striscia di Gaza e in altri territori dello stato ebraico.
Lo scalo è collegato al porto di Trieste con il servizio da poco organizzato da One e resta una delle possibili ipotesi proprio per sviluppare traffici tra il Nord Adriatico e il Medio Oriente.
«Il porto di Ashdod, il porto di Israele, continua a operare, mantenendo la continuità operativa per l’economia israeliana. Tutto ciò che ci interessa in questo momento – ha detto Shaul Schneider, presidente del consiglio di amministrazione – è il benessere del pubblico israeliano, dell’economia israeliana e dei nostri clienti».
Così Eli Bar-Yosef, amministratore delegato ad interim del porto di Ashdod: «Vorrei elogiare l’incessante dedizione dei dipendenti del porto di Ashdod che continuano a svolgere il loro lavoro di routine in un momento in cui il porto opera con costanti allarmi a sirena per missili in arrivo. Continuano a caricare e scaricare merci vitali per il funzionamento dell’economia israeliana, nel rispetto delle linee guida del Comando del Fronte Interno».
Al momento non sono stati registrati aumenti delle tariffe da parte delle compagnie di navigazione, che però potrebbero presto richiedere un adeguamento legato ai rischi della guerra in corso. Le navi che fanno scalo ad Ashdod sono guidate in porto dalla Marina militare.