TRIESTE – Tre navi sono state coinvolte in altrettanti attacchi nei giorni scorsi nel Mar Rosso. Per questo motivo, gli alleati degli Stati Uniti stanno ipotizzando una task force per sorvegliare le rotte.
Come già successo la scorsa settimana con la presa in ostaggio di una nave la cui proprietà era riferibile ad un ricco uomo d’affari israeliano, altre tre imbarcazioni sono state prese di mira nel Mar Rosso, tanto da sollecitare l’intervento del cacciatorpediniere americano “USS Carney”. Droni e missili – quasi tutti abbattuti – erano partiti dall’area dello Yemen controllata dagli Houti.
Gli alleati degli Stati Uniti stanno valutando per questo valutando una task force navale per proteggere le navi nel Mar Rosso e lo stesso Consigliere per la sicurezza nazionale, Jake Sullivan, ha detto che gli Usa potrebbero istituire scorte lungo una rotta commerciale marittima considerata vitale. Lo steso Sullivan ritiene l’Iran responsabile dei recenti assalti.
Il trasporto marittimo globale rischia di essere sempre più preso di mira poiché la guerra tra Israele e Hamas minaccia di diventare un conflitto regionale più ampio. L’Iran sostiene e arma anche gli Houthi nella guerra civile dello Yemen.
Intanto, proprio l’Iran, come riporta l’agenzia stampa di Stato cinese, ha negato un suo coinvolgimento negli attacchi alle navi nel Mar Rosso.
Il portavoce del Ministero degli Esteri iraniano, Nasser Kanaani, ha respinto martedì le accuse della Gran Bretagna secondo cui Teheran sarebbe coinvolta nei recenti attacchi degli Houthi dello Yemen.
Kanaani ha condannato “le osservazioni e le mosse non costruttive di alcuni funzionari britannici che, di per sé, costituiscono una minaccia per la pace e la stabilità regionale e internazionale”, sottolineando che i gruppi di resistenza nella regione non hanno preso ordini dall’Iran per contrastare e rispondere ai “crimini di guerra” di Israele e all’uccisione di persone a Gaza.