TRIESTE – Sono ancora in corso le ricerche di 31 marinai dispersi dopo l’affondamento di un pattugliatore costiero della Marina reale thailandese a Bangsaphan (provincia di Prachuap Khiri Khan) nel Golfo del Siam.
I dettagli sull’affondamento e sulle prime operazioni di salvataggio non sono ancora chiari nel dettaglio, ma un marinaio ha dichiarato ai media che non c’erano abbastanza giubbotti di salvataggio, perché a bordo della nave eranopresenti più persone del solito. Nei commenti trasmessi da un’altra emittente, il comandante della Marina, l’ammiraglio Choengchai Chomchoengpaet, ha confermato che ciò era rispondente al vero.
Secondo le testimonianze, il forte vento ha creato onde che hanno investito la Sukhothai – questo il nome della corvetta – mettendo fuori uso il sistema elettrico. A quel punto la neve aveva difficoltà a manovrare e domenica sera sono stati inviati tre fregate e due elicotteri per tentare di tenerla a galla.
Undici dei marinai salvati sono stati curati in ospedale, mentre la Marina ha smentito una notizia riportata dai media locali, secondo la quale ci sarebbe stato un decesso.
Il Dipartimento Meteorologico della Thailandia aveva emesso un avviso per l’area in questione poche ore prima dell’incidente, prevedendo onde alte 2-4 metri e suggerendo alle piccole imbarcazioni di non uscire in mare fino a martedì.
La Sukhothai è stata costruita a Tacoma, Washington, ed è entrata in servizio nel 1987. Con un dislocamento massimo di 959 tonnellate e una lunghezza di 76,8 metri, ha dimensioni medie per una corvetta, tipologia di nave militare di solito utilizzata per pattugliare le acque costiere.
«La nostra priorità assoluta ora è salvare tutti i marinai. In seguito pianificheremo il recupero della nave», hanno dichiarato le autorità militari. Le ricerche sono state condotte in un’area di 16 chilometri quadrati intorno al luogo dell’affondamento.