TRIESTE – La guerra non frena l’ottimismo di Augusto Cosulich, che conferma l’intenzione di far costruire 2 o 3 navi che possano collegare l’Ucraina a Porto Nogaro e servire i laminatoi del Friuli.
È chiaro che, al momento, tutto resta sospeso in un limbo, ma la “rotta dell’acciaio” sui porti del Friuli Venezia Giulia viene vista ancora come possibile e determinante. Resta il problema dei dragaggi, come per il vicino porto di Monfalcone. La questione è emersa con forza durante un convengo dedicato dal titolo significativo, “Metal Hub Crisis Management”, tenutosi alla sede di Civibank a Cividale del Friuli.
Due settimane fa l’ultima nave arrivata a Porto Nogaro da Mariupol con un carico di acciaio. Una settimana fa una nave della Fratelli Cosulich colpita nel porto ucraino mentre era ormeggiata è già pronta a salpare per l’Italia. Infine il bombardamento della acciaieria Azovstal di proprietà Metinvest. Negli ultimi 15 giorni non sono mancati gli eventi negativi che rischiavano di togliere ogni prospettiva di futuro lungo quella rotta a chi è impegnato nella produzione dell’acciaio.
«La nostra nave è stata leggermente bombardata per due volte. Siamo preoccupati per l’equipaggio. A bordo c’è un carico per Metinvest e qualora dovesse partire c’è il problema delle mine nel mare d’Azov» spiega Augusto Cosulich, a capo dell’omonimo Gruppo. Lo stesso cosulich – sentito da Adriaports – ha confermato l’intenzione di costruire almeno due navi che possano andare direttamente da Mariupol a Porto Nogaro anche se, al momento, gli ordini sono sospesi. «Sono sicuro che quella rotta riaprirà» dice ancora Cosulich, che rivela di stare pensando a cantieri navali in Turchia o in Bulgaria per la costruzione delle due navi: tra ordine e consegna dovrebbero impiegare circa un anno e mezzo prima di essere a disposizione.
L’imprenditore non nasconde la principale criticità di Porto Nogaro , dovuta ai fondali insufficienti e riconosce che ci sarà bisogno dell’intervento della Regione Friuli Venezia Giulia e del Ministero per effettuare i dragaggi in tempo utile.
Lo stesso problema era stato sollevato, sempre durante il convegno, da Roberto Re, Head di Metinvest Europe. «India e Brasile saranno le nuove rotte per l’approvvigionamento dell’acciaio. Purtroppo a Monfalcone potrebbero esserci ulteriori problemi oltre a quello logistico. Siamo molto preoccupati per dove andare a procurarsi la materia prima ma anche per come farla arrivare». Il manager ha fatto riferimento al problema dei pescaggi, stavolta su Monfalcone. Anche in quello scalo, infatti, dove i traffici potrebbero essere incrementati, ci si scontra con questo genere di limitazione. Una limitazione che rischia di farsi sentire ancora di più a causa delle maggiori dimensioni delle navi utilizzate sulle rotte indicate da Re.
Nei pressi di Porto Nogaro sono attivi quattro laminatoi: uno della F.lli Cosulich, due del Gruppo Marcegaglia e uno di Metinvest, che vengono riforniti con circa 3 milioni di tonnellate di bramme ogni anno.