TRIESTE – L’Ursus, lo storico pontone galleggiante simbolo della cantieristica triestina, è stato collocato in terraferma in attesa della sua sistemazione definitiva.
La delicata operazione, che ha tenuto tutte le maestranze col fiato sospeso, è stata conclusa nei giorni scorsi da Cartubi (in collaborazione con la Fagioli) che ha vinto l’appalto (assieme alla Pertot) per il trasferimento della “gru”.
Le operazioni hanno richiesto calcoli molto precisi, perchè le masse in gioco erano enormi e i margini di errore eccezionalmente bassi, ad iniziare dai pescheggi in banchine per la chiatta Ant che ha trasportato l’Ursus dal Bacino 4 di Fincantieri alla sua nuova sistemazione.
Dopo l’allagamento del bacino e il trasporto alla banchina Cartubi percorrendo un brevissimo tragitto, la chiatta con l’Ursus è stata ormeggiata e un preciso calcolo di pesi ed equilibri ha consentito di trasbordate il “gigante” senza danni alla struttura e altri inconvenienti.
“Il pontone-gru Ursus è una struttura affascinante che fa parte della storia di Trieste ed è, in un certo senso, il simbolo della vocazione cantieristica della città. Progettato, costruito e messo in funzione a cavallo della Prima Guerra Mondiale, ha avuto, dagli anni Trenta in poi, un ruolo chiave nelle operazioni più complesse e sfidanti che avvenivano nei cantieri navali triestini. Oggi è un bene di interesse culturale – scriveva Cartubi sui suoi social network nelle scorse settimane – la cui conservazione e valorizzazione è al centro di un interessante dibattito in città, soprattutto per quanto riguarda la sua futura collocazione. Per prima cosa, però, occorre effettuare un’importante opera di restauro e manutenzione che è stata affidata, mediante gara d’appalto, proprio a noi di Cartubi che accogliamo con gioia e soddisfazione la sfida di prenderci cura di un pezzo così importante della storia cantieristica triestina. Le questioni tecniche da risolvere, in particolare rispetto al trasporto dell’enorme struttura, non sono di facile soluzione, ma contiamo nel mese di aprile di occuparci del trasferimento della grande gru galleggiante presso i nostri cantieri per una manutenzione approfondita. Grazie al nostro lavoro sarà poi possibile collocare la Ursus in un luogo che ne valorizzi l’importanza storica e che possa rendere giustizia al ruolo che quest’opera di ingegneria navale ha giocato nello sviluppo di Trieste nel secolo scorso.

Ora si apre il dibattito sulla destinazione dell’Ursus, di proprietà dell’Autorità di sistema portuale che si è assunta l’onere “tecnico” di provvedere alla sua salvaguardia. Un ruolo che nei prossimi mesi dovrebbe essere sostituito dalle istituzioni cittadine, alle quali spetta il compito di risolvere la questione, posto che la nuova collocazione dovrà prevedere la messa a terra (probabilmente in Porto Vecchio). La situazione della base galleggiante (che necessiterebbe di ampi e costotosi restauri), ma soprattutto i costi di manutenzione periodica, non lasciano aperte ipotesi di tornare a mettere in mare lo storico pontone.

L’inizio delle delicate operazioni di trasbordo dell’Ursus, martedì scorso a Trieste.