TRIESTE – Intermodalità, informatizzazione e nuovi progetti di espansione: questi i temi sui quali si è concentrata la visita – ieri pomeriggio al porto di Trieste – del ministro delle Infrastrutture e Mobilità sostenibili Enrico Giovannini.
Gli stessi temi hanno accompagnato, in mattinata, il ministro lituano dei Trasporti e delle Comunicazioni, Marius Skuodis, accompagnato da una nutrita delegazione di cui faceva parte Egidijus Lazauskas, AD della holding delle Ferrovie Lituane. Il presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico orientale, Zeno D’Agostino e il ministro Skoudis (presente in città per un incontro bilaterale con il ministro Giovannini) hanno discusso sull’importanza di consolidare le relazioni commerciali tra i due Paesi nel settore della logistica e del trasporto ferroviario. L’occasione è stata fornita dalla firma dell’accordo quadro sul trasporto intermodale tra Italia e Lituania.
A conclusione della visita il ministro Giovannini ha espresso parole di apprezzamento per il lavoro messo in campo nello scalo, definendo Trieste “eccellenza internazionale”. Più in generale il Ministro ha sottolineato l’impegno del ministero nel settore: «… i porti sono uno degli elementi strategici del futuro; con il PNRR abbiamo deciso un investimento straordinario in tutti i porti della penisola, soprattutto quelli che devono essere connessi con la ferrovia. Trieste lo è già, ma c’è la possibilità di fare ancora meglio ed è quello che sta avvenendo assieme a RFI». «Per noi – ha concluso Giovannini – i porti non sono solo un luogo di imbarco e sbarco delle merci, ma luoghi di innovazione, ricerca e formazione. Trieste è avanti rispetto ad altri porti e si investe in questa direzione per attirare nuovi talenti, nuove persone, incluse le donne. Grazie a innovazione e digitalizzazione molte donne, infatti, possono trovare soddisfazione e lavorare nei nostri porti».
D’Agostino ha voluto evidenziare la rilevanza che riveste la digitalizzazione di tutte le operazioni dentro lo scalo, grazie soprattutto ad alcune implementazioni del Sinfomar, il Port Community System (PCS). «Con l’informatizzazione di tutte le attività collegate al porto – ha spiegato il presidente dell’Authority – sia lato mare che lato terra, si sono ridotti tempi e costi delle operazioni, facendo di Trieste uno dei porti più avanzati e competitivi d’Italia e d’Europa. Siamo l’unico porto europeo ad avere un PCS con la parte ferroviaria integrata. Tutto ciò ci permette di ottimizzare al meglio anche l’integrazione con l’autotrasporto, riducendone il forte impatto a livello portuale e urbano».
Ampio spazio nel dialogo è stato dedicato agli investimenti legati alle infrastrutture ferroviarie, che permetteranno di arrivare al 2026 con tre nuove stazioni ferroviarie completamente rinnovate (Campo Marzio-Porto Nuovo, Servola e Aquilinia) e una capacità di 20 mila treni da 750 metri, portando di fatto a un raddoppio della capacità attuale.