TRIESTE – Una delegazione di Luka Koper ha visitato in questi giorni il porto di Chattogram in Bangladesh, incontrando produttori ed esportatori di capi d’abbigliamento.
La visita è stata accolta con grande favore anche dai media locali, che hanno già ipotizzato come un servizio diretto tra i due porti potrebbe aprire un’altra strada veloce all’esportazione del tessile. Secondo Eurostat, nel 2020 l’Europa ha importato abbigliamento da paesi terzi per un valore di 69 miliardi di euro. Il Bangladesh è stato il secondo Paese di provenienza extraUE con il 18% della quota, dietro solo alla Cina (30%). Il Bangladesh è anche un importante esportatore di prodotti farmaceutici: oggi esporta farmaci in oltre 151 Paesi del mondo, compresi quelli dell’Europa centrale.
I rappresentanti del porto sloveno hanno illustrato le prospettive, le caratteristiche e i vantaggi dello scalo, mentre, il presidente dell’Associazione dei produttori ed esportatori di abbigliamento del Bangladesh (BGMEA), Faruque Hassan, ha dichiarato che un simile servizio renderebbe ancora più competitiva l’industria dell’abbigliamento del Bangladesh.
Ora non resta che trovare un armatore anche se da alcuni rumors si può ipotizzare che uno sguardo lo abbia già ricevuto l’operazione Kalypso, nuova compagnia di navigazione della società di spedizioni Rif Line. Si tratta di un servizio che in Adriatico tocca già Ravenna, collegata proprio con il porto di Chattogram in Bangladesh.
Sul fronte della sicurezza, invece, il porto di Capodistria ha reso noto di aver installato un sistema radar per il monitoraggio e il rilevamento dello sversamento in mare di sostanze inquinanti. Il nuovo radar è situato sull’edificio più alto del porto, il silo del terminal rinfuse secche. Il sistema di rilevamento delle fuoriuscite di petrolio, basato su radar in banda X, consente un’individuazione immediata dell’eventuale inquinamento e quindi un’azione più rapida per limitarne la diffusione, ridurre le conseguenze e diminuire i costi di bonifica. Con lo stesso radar, inoltre, possono essere rilevati anche ingressi non autorizzati nelle acque del porto. L’attrezzatura è stata acquistata attraverso il progetto europeo CLEAN BERTH, cofinanziato dal Programma Interreg V-A Slovenia – Italia 2014-2020.